Footbonaut, la “macchina del futuro” del Borussia Dortmund

Una gabbia "magica" per imparare a pensare a 360 gradi. Il segreto dei successi del Borussia Dortmund, che questa sera sfida il Bayern Monaco nella Supercoppa tedesca, sta nel Footbonaut, una macchina che sembra venire dal futuro.

Si tratta di un piccolo campo di 20×20 metri, delimitato da una griglia. Il calciatore – della prima squadra o delle giovanili – entra al centro della gabbia e una delle quattro macchine spara-palloni gli recapita una palla, da stoppare e poi spedire – nel più breve tempo possibile – dentro a uno dei riquadri, che intanto s'è illuminato. Un "beep" e parte un altro pallone. Il tutto viene gestito grazie a tablet o smartphone, che registrano anche alcuni parametri, come ad esempio la velocità d'esecuzione.

Gli allenatori del Borussia Dortmund hanno un'applicazione in cui possono regolare diverse opzioni, come la velocità con cui esce la palla o i quadranti attraverso i quali deve essere introdotta. Non valgono, infatti, le stesse regole per tutti: "Chiediamo ai centrocampisti di controllare la palla e di calciarla su entrambi i lati per sviluppare la loro visione a 360 gradi. Non succede lo stesso con tutti i giocatori della rosa”, afferma Sebastian Geppert, l’allenatore dell’under 17 del Borussia Dortmund.

"In una sessione di 15 minuti dentro Footbonaut – spiega l'ideatore, il berlinese Christian Güttler – si ricevono più palloni che durante un'intera settimana di allenamenti". Un esercizio “futuristico” che attrae soprattutto i giovani gialloneri: “Vogliono usarlo tutto il tempo e migliorano di giorno in giorno. Cerchiamo di farli allenare col Footbonaut due o tre volte alla settimana – sottolinea Geppert -. La cosa buona è che la macchina ha diversi livelli di difficoltà, così possono perfezionarsi”.

In Bundesliga la utilizza, oltre al Borussia Dortmund, solo l’Hoffenheim, un’altra squadra che fa del controllo del gioco la sua arma migliore. E chissà che anche qualche club della nostra Serie A non decida presto di allenarsi nel “futuro”.