Marco Borriello apre i sigilli e svela retroscena ed emozioni legate ai vari momenti della sua carriera da bomber girovago. Ai microfoni del Corriere della Sera, il bomber ha rivelato i motivi che l’hanno spinto ad accettare la proposta dell’Atalanta: “Ho voluto rimettermi in gioco. A Carpi stavo disputando un ottimo campionato ma con l’addio di Sogliano sono stati congedati tutti i giocatori che aveva portato. All’Atalanta fatico a trovare spazio perché ci sono gerarchie da rispettare. Però mi sento pronto: ho segnato con ogni maglia e lo farò anche qui se mi offriranno una possibilità.
“Il più grande rimpianto del mia carriera è stato non giocare con Totti, hanno sempre considerato l’uno alternativa all’altro, insieme invece avremmo potuto fare sfracelli. Gasperini è l’allenatore che mi ha fatto crescere di più, mi ha responsabilizzato: con lui ho segnato 19 gol in campionato. Il Milan è la società dove sono nato e cresciuto calcisticamente, in cui sono maturato come uomo e giocatore. Milano è la città dove ho scelto di vivere e dove ho lasciato amici che incontro ancora, da Costacurta ad Ambrosini. Addio traumatico? Sapevo che con l’arrivo di Ibrahimovic avrei visto poco il campo. Mi sono rimesso in gioco: mi aveva cercato la Roma che era arrivata seconda dietro l’Inter del Triplete, giocava la Champions e mi propose un contratto lungo. Il gol più pesante? Con la Juve nel 2012 a Cesena, ci prendemmo un pezzo di scudetto”.
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