“L’Emilia è terra di motori, ora Genoa metti il turbo: tre risultati utili consecutivi sono buoni ma pochi, la classifica ci impone di accelerare” aveva detto l’allenatore rossoblù Davide Nicola alla vigilia della sfida con i ragazzi di Sinisa Mihajlovic. Dopo il triplice fischio di oggi pomeriggio al Via del Mare di Lecce – 2-1 per i giallorossi contro la nuova Spal di Di Biagio – accelerare serviva ancora di più.
PREZIOSI: CRISCITO AMA QUESTA MAGLIA
Lecce scappato a quota 25 punti e vittoria quasi obbligatoria oggi per Capitan Criscito e compagni per rimanere agganciati al treno per la salvezza e continuare a sperare: missione compiuta, contro un Bologna rimasto in 9 per i rossi a Schouten e Denswil, grazie al 3-0 finale firmato Soumaoro, Sanabria e Criscito.
La prima volta non si scorda mai, e sicuramente Adama Soumaoro le prime maglia rossoblù sulle spalle difficilmente le dimenticherà.
Una settimana fa al Ferraris la prima presenza in Serie A per il difensore francese arrivato a gennaio a Genova via Lille, chiamato (riuscendoci) a non far rimpiangere lo squalificato Romero e subito protagonista mostrando personalità, qualità tecniche e intelligenza tattica, sfiorando anche il gol all’esordio.
Appuntamento soltanto rimandato di una settimana: palla tesa verso il centro dell’area di Masiello – altro rinforzo invernale del mercato – e tocco ad anticipare Skorupski del francese per il vantaggio del Genoa. Adam – nome scelto sulla nuova maglia rossoblù – Soumaoro, ennesima intuizione di mercato del presidente Enrico Preziosi: qualità indubbie a tutti, a parlare per l’ex capitano dei Dogues transalpini la storia già scritta.
Entrato da ragazzo nelle giovanili sforna talenti – su tutti Eden Hazard – del Lille, anno dopo anno Soumaoro si è imposto guadagnandosi la fascia da capitano: “Sono sempre stato un leader – raccontava in Francia parlando del suo ruolo di responsabilità – la differenza se sei capitano è che devi parlare di più con i compagni e con gli arbitri. Io sono un introverso, ma quando c’è da dire qualcosa non mi tiro indietro”.
Classe ‘92, – suo numero di maglia – nato vicino a Parigi da genitori del Mali, la passione per il calcio trasmessa dal fratello maggiore Sékou: Ronaldinho l’idolo dei primi calci ad un pallone, dati quando Adam giocava ancora a centrocampo. L’intuizione e la svolta per la sua cartiera dell’allora suo allenatore Rachid Chichab, che lo sposta qualche metro più indietro al centro della difesa.
Ed è lì che Soumaoro ha iniziato la sua crescita, aiutato dall’ex bandiera del Lille e suo grande amico Rio Mavuba.
Caratteristiche? La grande forza fisica, “le qualità tecniche e l’intelligenza tattica” le parole di Nicola sul suo nuovo gioiellino della difesa, che a sorprendere é stato soprattutto per la velocità di adattamento al nuovo campionato. Questione di carattere, che ad Adam non è mai mancato: e grazie al quale Soumaoro è riuscito a superare due volte la rottura del tendine d’Achille, l’ultima nel 2017.
Quando per curarsi scelse i metodi di lavoro innovativi dei fisioterapisti dei Los Angeles Lakers: “Sono andato a curarmi in California, tanti esercizi sulla forza muscolare, sull’equilibrio, sulla flessibilità. Mi sono anche allenato con un giocatore di basket e abbiamo lavorato sul mio modo di correre. E poi ho fatto un lavoro mentale, sulla respirazione, sulla concentrazione” aveva raccontato ai tempi dell’esperienza negli Usa Soumaoro.
Difensore rossoblù che al Genoa ha portato tra le altre cose la sua ossessione per il calcio: “Questo sport mi permette di essere me stesso” e una capacità di adattamento fuori dal comune.
L’intesa con Masiello e Biraschi si è rivelata subito ottima, facendo di Adam una vera e propria arma in più in difesa per Davide Nicola, in un reparto dove il ‘problema’ tra poco sarà solo quello dell’abbondanza: Romero e Zapata pronti a rientrare, Masiello e Biraschi e all’occorrenza Capitan Criscito ad alzarne il livello.
La concorrenza, però, sicuramente non spaventerà Soumaoro, capace all’esordio di fermare Simeone e Joao Pedro, oggi Palacio e Orsolini. Oggi anche la prima gioia in Serie A, di quelle che non si scordano mai, altra prima volta da favola della nuova stellina rossoblù: protagonista non a sorpresa assieme a Sanabria e Criscito del ritorno alla vittoria in trasferta del Genoa di Nicola.
Sotto gli occhi di Walter Sabatini, che Sanabria lo aveva portato in Italia alla Roma. Coast to coast settanta metri palla al piede, destro a incrociare sul quale Skorupski non arriva.
Da giocatore fuori dai programmi con Thiago Motta (valutato anche un possibile ritorno anticipato al Betis a gennaio, con sei mesi d’anticipo rispetto alla scadenza del prestito fissata a giugno) ad insostituibile con Davide Nicola, vero e proprio uomo da trasferta dove una vittoria al Genoa mancava dal 28 gennaio del 2019: 1-3 rossoblù al Castellani e firma di… Tonny Sanabria, a chiudere i giochi per gli allora ragazzi di Cesare Prandelli, vittoria che si rivelerà poi fondamentale in chiave salvezza in virtù degli scontri diretti.
Un vero e proprio tabù per il Grifone, al fischio d’inizio della 24ª giornata unica squadra del campionato a non avere ancora vinto lontano dal campo di casa. Tabù sfatato sul prato del Dall’Ara, grazie anche al coprotagonista di giornata Antonio Sanabria: terzo gol della stagione per l’attaccante paraguaiano, terzo gol lontano dal Ferraris.
Il primo nella trasferta persa a Verona per 2-1, suo il colpo di testa vincente per il momentaneo vantaggio a Bergamo contro l’Atalanta dell’ex Gasperini (finirà 2-2). Si arriva ad oggi, ballottaggio (vinto) alla vigilia con Pinamonti per una maglia da titolare a fianco di Goran Pandev.
Dopo il vantaggio di Soumaoro e l’uscita del macedone per infortunio, settanta metri palla al piede e difesa rossoblù Bologna elusa fino al destro ad incrociare per il momentaneo 2-0. Firmato da un Sanabria ritrovato, da desaparecidos a protagonista nel giro di pochi mesi: Tonny pronto ad aiutare il Genoa a trovare la salvezza, corsa che continua. Next stop il lunch match di Marassi contro la Lazio.
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