Categories: Interviste e Storie

​#BMarzio – I segreti di D’Angelo, avellinese d’adozione: “La tesi di laurea e il buon vino”

Il rinnovo di contratto è avvenuto poco meno di una settimana fa. E Angelo D’Angelo adesso è un giocatore dell’Avellino fino al 2019. Questo vorrebbe dire 10 anni di “matrimonio” con la squadra che a tutti gli effetti è diventata la sua seconda casa. “Qui mi trovo benissimo e di questa città mi piace praticamente tutto”. Ha cambiato tante abitazioni, ma c’è una zona di Avellino che resta e resterà per sempre la sua preferita. “Il centro storico è dove ho abitato per la prima volta e sono molto affezionato al corso. Solitamente preferisco frequentare sempre gli stessi locali e sempre gli stessi amici ma quando posso una passeggiata lì la faccio sempre molto volentieri”.

Dalla città ai tifosi. “Sono fantastici. Praticamente non ci abbandonano mai: che la squadra vada bene o vada male, loro ci sono. Sempre”. E con gli hanno Angelo D’Angelo è diventato un avellinese a tutti gli effetti. “Ho imparato la mentalità di questa gente, come la pensa e anche quello che si aspetta. Ho capito che per essere amato devi dare tanto ed io sono uno che non si è mai tirato indietro per la maglia”.

Qualche dubbio gli viene solo quando si parla di cibo. “Qui ci sono tante cose buone da mangiare, anche troppe – aggiunge con una risata – quindi non saprei dire quale sia il piatto tipico. Ma di una cosa sono certo: sulla tavola di un avellinese non può mancare del buon vino, e da queste parti è un prodotto che sanno fare davvero alla grande”.

Per Angelo l’Avellino è più di una semplice squadra. Ed è per questo che un anno fa, quando ha raggiunto il traguardo della laurea in economia, ha scelto di realizzare una tesi sul marketing dell’Avellino. “E’ vero, c’ho messo dieci anni per laurearmi, ma è stata una grande soddisfazione. Fare il calciatore professionista e studiare allo stesso tempo non è facile, ma sono fiero dell’obbiettivo raggiunto. Ho scelto il marketing dell’Avellino anche perché un giorno mi piacerebbe ricoprire non solo il ruolo di calciatore. Ho imparato una quantità di cose inimmaginabile. Per farlo, però, mi ha dato una grande mano il nostro ex direttore marketing. Mi ha accompagnato nella scoperta di un mondo che mi era completamente ignoto”. Quello in cui invece Angelo D’Angelo sembra aver già preso la specialistica è lo stare in campo, entrando nel cuore dei tifosi. Loro ad Avellino, l’hanno già capito.

Bruno Majorano

Laureato in giurisprudenza ma più o meno giornalista sportivo. Perché al diritto penale preferisco quello di Djokovic. Perché alle sanzioni civili preferisco quelle del giudice sportivo. Perché basta che in campo ce ne siano 22 e tutto il resto viene dopo. Pubblicista dal 2010, professionista dal 2013 e “calcista" dal 1988. Se volete sapere qualcos'altro su di me seguite quello scrivo. Non sempre ho ragione, ma provo a raccontare la verità. Provo a farvi guardare il mondo del calcio dal un'altra prospettiva: con i miei occhi, nonostante i quasi 9 gradi di miopia, ma con un paio di lenti a contatto e all’occorrenza anche un paio di occhiali di sole. Ho sentito dire che “Scrivere è sempre meglio che lavorare…”, aggiungo che scegliere come hobby il proprio lavoro è la cosa più gratificante che si possa fare nella vita. Per gianlucadimarzio.com mi trovate un po' ovunque. Ah, un avviso ai naviganti: non prendetemi troppo sul serio!

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