Che Jakub Błaszczykowski fosse un uomo speciale prima che un giocatore lo si sapeva. Un’infanzia travagliata turbata dall’omicidio della madre e del contemporaneo suicidio del padre davanti ai suoi occhi, cresciuto con lo zio, ha combattuto e lottato per realizzare il suo sogno: diventare un calciatore.
Sempre umile, schivo e silenzioso. Al Borussia Dortmund è esploso e quando gli infortuni lo hanno portato sempre più lontano dal campo o le scelte tecniche non prevedevano il suo nome nell’undici titolare lui non ha mai detto nulla. Dopo il Borussia ha provato a rilanciarsi in Italia con la maglia della Fiorentina, poi di nuovo in Germania con quella del Wolfsburg, ma il suo fisico non gli ha permesso di realizzare quello che lui avrebbe voluto.
Ha provato anche quest’anno a tornare in campo, ma non ce la faceva a fare quello che voleva: scattare, dribblare e crossare. E allora, con onestà, ha deciso per la risoluzione consensuale del contratto con il Wolfsburg. Si è svincolato e ha cominciato a guardarsi attorno cercando un’opportunità per chiudere la sua carriera calcistica, un’opportunità difficile da conquistare a 33 anni.
Così, Kuba, ha deciso di dimostrare ancora una volta le sue qualità umane prima che quelle sportive decidendo di tornare lì dove tutto era iniziato per lui: al Wisla Cracovia. Gratis, ovviamente. Ma non è finita: ha deciso di contribuire di tasca propria a salvare il club e aiutarlo economicamente finanziandolo con 300.000€, Un gesto non comune e apprezzato da tanti, soprattutto dalla sua ex squadra, il Borussia Dortmund.
Il club ha infatti deciso di twittare tutta la propria vicinanza, e soprattutto rispetto, per uno dei suoi ex giocatori più rappresentativi per la scelta di vita e calcistica intrapresa. Un bel gesto sia da parte del club giallonero che quello di Kuba che va oltre il calcio e svela un rapporto tra le parti profondo e che va oltre 253 partite assieme.
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