Il “sindaco” più giovane d’Italia? E’ a Bisceglie e veste la maglia numero 5. Classe 1992, guida i compagni di squadra e gode della fiducia della piazza. Piccola curiosità: al posto della fascia tricolore indossa quella da capitano. L’identikit porta ad Andrea Petta, siciliano di nascita e da due anni pugliese d’adozione dopo girato Sud e Centro Italia con le maglie di Siracusa, L’Aquila, Vibonese, Nuova Gioiese, Castelli Romani e Melfi. “E’ un soprannome che mi hanno dato i tifosi qui a Bisceglie, ne sono onorato. Riassume le cose buone fatte con questa squadra, è bello quando dai tutto per una causa”. Su tutte, la promozione dalla D ai professionisti dello scorso maggio, 19 anni dopo l’ultima volta. Nella rivoluzionaria estate dei nerazzurri, con tanti calciatori arrivati dai Paesi baltici e poche conferme, Petta è stato riconfermato a furor di popolo. “Sono arrivati tanti calciatori stranieri e amalgamare il gruppo non era semplice –ammette Petta- e anche in campionato abbiamo vissuto un momento complicato con 4 sconfitte. Ci siamo rialzati e ce l’abbiamo fatta”.
Nel gruppo guidato da mister Zavettieri, ora è tornato il sorriso. “Ma non era mai andato via, è questo il segreto” spiega Andrea a gianlucadimarzio.com. Sette punti nelle ultime tre partite, figli del pareggio di Anria e delle vittorie interne contro Matera e Monopoli, hanno cambiato volto alla classifica. Petta, però, vola basso: “Prima guardiamo alla salvezza, perché le prospettive cambiano troppo in fretta”. Lavorano tutto il giorno per migliorare e si applicano molto –condivide i meriti Petta- ma in questo è stato molto bravo il mister, che gli ha subito trasmesso i nostri dogmi. Ci stiamo trovando bene, ma più avanti andremo e più cresceremo. Il rapporto con Zavettieri? Abbiamo tutti e due la cultura del lavoro, questo ci fa andare più che d’accordo”. A Bisceglie Petta ha scoperto anche la sua vena offensiva: 5 reti dal 2010 al 2015, 6 in una stagione e mezzo al Ventura. “Non c’è un segreto, probabilmente l’esperienza mi sta aiutando: ora mi libero con più malizia in area…” e giù risate. Risate, come quelle dello scorso aprile, quando una sua rete sul campo della Nocerina di fatto blindò la corsa-promozione del Bisceglie: “Che ricordi! Vittoria con mia rete decisiva, e chi l’avrebbe detto?”.
Non è un sindaco, ma quando gli si chiede dei nuovi compagni che si stanno rivelando in rosa, Petta risponde quasi da diplomatico: “Direi Jurkic, Vrdoljak e Jovanovic. Si stanno facendo notare più degli altri, ma anche perché hanno giocato di più– spiega- ma vedrete che ci saranno altre sorprese pronte a stupire”. Il tono cambia quando parla degli avversari più ostici: qui Andrea è deciso. “Il Catania è quello che ci ha messo più sotto, ci hanno battuto anche nettamente”. Giudizio secco, come quello che fornisce quando è interrogato sul Palermo, squadra della sua città natale: “Lo seguo con un occhio di riguardo e mi spiace per quello che sta accadendo, credo anche che ci sia stata una gestione dei calciatori non oculata: pochi italiani, nessun calciatore del vivaio valorizzato e troppi stranieri. Spero per i palermitani che la rotta possa migliorare, me lo auguro per loro”. Dall’amata Sicilia alla Calabria il passo è breve: sabato il Bisceglie sarà a Reggio. “Troveremo un avversario arrabbiato, per me non è una partita come le altre”. Fascia al braccio e elmetto: così Petta è diventato il “sindaco” di Bisceglie.
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