Moderno e romantico. Due termini che difficilmente vengono accostati, specialmente in un calcio che corre sempre più veloce come quello di oggi. Negli ultimi anni è cresciuta sempre di più la distanza tra chi cerca di proporre nuove soluzioni al passo coi tempi e chi invece resta legato all’idea di un calcio che oggi, forse, non c’è più, per struttura e valori prima ancora sul campo.
Difficile coniugare questi due concetti in una sola persona, ma se qualcuno ci è riuscito, si chiama Marcelo Bielsa. Maestro per molti, predicatore di un calcio offensivo, veloce e moderno ma al tempo stesso fortemente legato a quei valori romantici che milioni di appassionati di calcio nel mondo portano con sé. Due facce della stessa medaglia, che non possono essere separate.
“Spiegarlo è difficile, bisogna sentirlo parlare per capire davvero” ha raccontato ai microfoni di gianlucadimarzio.com l’ex attaccante Valeri Bojinov, presente al corso per direttori sportivi e allenatori organizzato dalla FIGC a Coverciano. L’allenatore argentino è stato ospite d’eccezione nella mattinata di martedì 13 dicembre per parlare ai presenti di sistemi tattici e impostazioni da trasmettere ai giocatori, come si legge sul sito della Federazione.
“Tutti conosciamo mister Bielsa. Lui fa il calcio bello, quello vero, romantico. Imparare da lui è una cosa bellissima, capire il suo sistema di gioco, i moduli, come si adegua agli avversari” ha raccontato Bojinov. “Ci ha spiegato come si adatta sempre alle squadre contro cui gioca, non per disporsi speculare ma al contrario per mettere in campo un modulo e un sistema diverso da quello dell’avversario senza snaturare la propria identità”.
Principi cardine che Bielsa ha portato con sé lungo la sua carriera e che, come si può scoprire dai vari contenuti social pubblicati dai partecipanti alla lezione, ha cercato di trasmettere anche in aula. Comandare il gioco e non attendere, dare uguale valore al possesso e al recupero del pallone, scegliere gli interpreti dando precedenza alle loro caratteristiche offensive. “Ci ha spiegato come imposta la difesa a 3, cosa chiede ai suoi terzini, i suoi mediani, al numero 10″ ha proseguito Bojinov.
Ma Bielsa, per chi l’ha conosciuto, è più di un semplice allenatore al passo coi tempi. Modernità, appunto, ma anche romanticismo, valori e amore profondo per il calcio: “È rimasto con noi più di quattro ore a parlare, discutere, spiegare. Quando parla ti innamori, lui è un romantico anche in questo. Ti spiega la sua idea di calcio come fosse davanti a un bicchiere di vino rosso: lo assaggia e te lo racconta. È il numero uno”. Sempre con garbo e rispetto delle culture calcistiche, nel tentativo di lasciare un segno indelebile dentro e fuori dal campo.
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