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Il Siviglia è in zona retrocessione, il Betis sogna la Champions: due facce della stessa città

La Siviglia calcistica, al momento, ha due volti. La maschera della tragedia, rappresentata dal Siviglia, e quella della commedia, del Betis. Due squadre che, dopo 11 giornate di campionato, stanno vivendo un momento totalmente opposto. Alla vittoria nell’ultimo turno contro la Real Sociedad ha catapultato la squadra di Pellegrini al quarto posto in classifica (a pari punti con l’Atletico), rendendo così lecito al suo pubblico di sognare di lottare per la Champions League. Al Sanchez Pizjuan, invece, inizia a crescere la paura di cadere: terzultimo posto con 10 punti conquistati, gli stessi di Girona, Cadice e Getafe. Due volti della stessa medaglia, che si incontreranno domenica 6 novembre, quando all’Estadio Benito Villamarin il Betis di Pellegrini ospiterà il Siviglia di Sampaoli. 

 

 

Betis, Pellegrini sogna con il “panda” Iglesias e il simbolo Joaquin

Da quando, nel 2020, Manuel Pellegrini si è seduto per la prima volta sulla panchina del Betis, la squadra biancoverde è tornata a toccare vette che non vedeva da anni. L’allenatore cileno, premiato come miglior allenatore del campionato spagnolo del 2022, ha condotto il betis a un sesto posto nella prima stagione, migliorandolo in quella successiva con il quinto, miglior risultato dal 2004/05, stagione nella quale il Betis vinse anche la Coppa del Rey, proprio come è successo nella scorsa. 

 A fare da trait-d’union tra l’ultimo Betis campione e quello attuale è il capitano, Joaquìn, che del “sentimento betico” è rappresentazione umana e che, a 41 anni compiuti, continua a regalare perle al proprio pubblico, come l’ultimo gol segnato in Europa League. In una squadra dove, oltre all’ex Fiorentina, è presente anche la qualità di Fekir e Canales, a fare la differenza è Borja “El panda” Iglesias. Già 8 gol in campionato (secondo in classifica cannonieri, dietro solamente a Lewandowski), 2 in meno rispetto a tutta la scorsa Liga per l’attaccante nato a Santiago de Compostela, che, proprio grazie alle sue reti, sta conducendo il Betis nel proprio cammino di Santiago, con destinazione Europa. 

Incubo Siviglia: la cura Sampaoli per ora non funziona

Mentre al Benito Villamarin si sogna grande, al Ramon Sanchez Pizjuan la paura inizia a essere quella di non sprofondare. Un avvio di stagione inspiegabile, quello del Siviglia. 10 punti in campionato dopo 11 giornate. Terzo posto nel girone di Champions (nel gruppo con Manchester City, Borussia Dortmund e Copenaghen), senza mai colpo ferire. Una vittoria, quattro pareggi e ben sei sconfitte (l’ultima contro il Rayo Vallecano), già due in più rispetto a tutta la scorsa stagione, quando concluse da quarta forza del campionato. 

 Al momento, neanche il cambio in panchina, con il ritorno di Sampaoli per sostituire Lopetegui, sembra sortire gli effetti sperati. Da quando l’ex allenatore del Marsiglia è tornato, infatti, sono arrivati 5 punti in 5 partite. E se nella rosa di una squadra in zona retrocessione si possono leggere i nomi di Rakitic, Papu Gomez, Isco, Oliver Torres, e Alex Telles, utilizzare la parola “fallimento” non è un errore. Una stagione al momento fallimentare, nata dalla scelta di questo mercato di cedere in toto la coppia centrale, formata da Diego Carlos e Koundé, passati rispettivamente a Aston Villa e Barcellona. E, come noto, rimuovendo le fondamenta il muro crolla. La Siviglia biancorossa, adesso, spera che il Gran Derbi possa rappresentare un punto di svolta nella stagione, mentre il Betis non ha intenzione di smettere di sognare.

 

Lorenzo Vero

Nato all’ombra della Torre Pendente nel giugno del 2000 e studente di Informatica Umanistica. Bastian contrario per natura, ho iniziato a seguire il calcio perché ai miei genitori non piaceva. Sin da quando ero un bambino riempio la testa dei miei amici con aneddoti calcistici di ogni genere. Con gli anni, assieme alla barba, è cresciuta anche la mia passione per questo gioco. L’obiettivo adesso è quello di raccontare in modo veritiero (con il cognome che mi ritrovo…) e appassionante anche la meno appetibile delle partite.

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