Un lunedì di straordinaria normalità. Il ritorno di Federico Bernardeschi sul campo della Perticata a Carrara. “Che emozione essere qui, ho i brividi”, ha detto intorno alle 20 a Giorgio Orsini, presidente della scuola calcio che ha 110 bambini.
A cavallo del nuovo millennio, Federico era uno di loro. Veniva chiamato “Montellino” per le sue esultanze volanti. Adesso è tornato lì, otto giorni dopo essere diventato campione d’Europa e sei dopo il matrimonio nel duomo di Carrara.
Per qualche ora, Bernardeschi ha rivisto le facce di chi lo ha visto crescere e assecondato tutte le richieste dei bambini che sognano di essere come lui. Accanto a lui, la figlia, la moglie Veronica ma anche mamma Paola – autista di mille tragitti casa-campetto – e la sorella Gaia.
Un tuffo nel passato e un modo di ringraziare le prime persone che hanno creduto in lui. Quando era solo un bambino dai capelli platino. Ma già con un sinistro fatato. Lo stesso di quei rigori calciati a Wembley
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