Interviste e Storie

Berardi e il Sassuolo, la storia di una rivincita

Domenico Berardi, Sassuolo (Imago)

Sassuolo e Berardi. Berardi e Sassuolo. Storia di un amore. Storia di una rinascita.

È il 3 marzo 2024. Il Sassuolo affronta l’Hellas Verona in uno scontro decisivo per la salvezza. È la prima di Ballardini sulla panchina dei neroverdi. È la prima di Domenico Berardi dopo lo stop per l’infortunio al menisco.

Il suo ritorno in campo, però, dura sessanta minuti. Il tendine d’Achille si rompe. In quell’istante si infrangono sogni e speranze. Il sogno del numero 10 di rivivere le emozioni di un Europeo. Svaniscono, probabilmente, le speranze in casa neroverde di restare in Serie A. Il Sassuolo finisce senza punti e, soprattutto, senza il suo capitano e riferimento. La squadra retrocederà. Il fantasista intraprenderà il percorso per il recupero. Un passo indietro per ripartire, per riscrivere il proprio percorso con nuove consapevolezze.

Sette mesi e due giorni dopo. È il 5 ottobre 2024 il giorno in cui Domenico ritorna a indossare la sua maglia numero 10. 15 minuti, o poco più. Sufficienti per il suo primo assist. Sufficienti per tornare a illuminare il Mapei con le sue giocate. Istantanee di talento.

Il Sassuolo vincerà 6-1. Uno dei tanti segnali di un campionato giocato, vinto, dominato. Una promozione iniziata e nata quel 3 marzo 2025. Una promozione nel segno del suo numero 10. Perché ci sono storie legate nel e dal destino. Quella del Sassuolo di Berardi è una di quelle. Traiettorie di vita che si sono incontrate, abbracciate, unite. Nella sofferenza, nelle rivincite.

L’infortunio di Berardi contro il Verona (IMAGO)

Insieme

A volte la storia sembra scritta nelle trame del destino. Quelle del Sassuolo e di Berardi sembrano essere nate per vivere, crescere, regalarsi colori e significati insieme. Si sono incontrati da giovani speranze, si sono accompagnati nel percorso che li ha resi grandi. E nello stesso momento si sono trovati ad affrontare il momento più cupo e spaventoso per entrambi.

L’assenza dal campo più lunga di una carriera. L’addio a una Serie A in cui si erano vissuti campionati da protagonisti. Il buio proprio di ogni fine. E insieme hanno scritto le pagine della propria rinascita. Hanno deciso di ripartire, legando i rispettivi cammini. Una nuova pagina è stata scritta. Con la maturità di chi ha attraversato la sofferenza.

Il ritorno

Minuto 74 di Sassuolo-Cittadella. Sulla lavagna luminosa dei cambi si illumina il numero 10. Il pubblico del Mapei si alza in una standing ovation in cui all’emozione e alla gioia per quello che sarà si unisce una piccola nota di rammarico per quello che sarebbe potuto essere.

Ma il nuovo percorso tracciato era ed è troppo bello per dispiacersi per il passato. Aperture e visioni di gioco, immagini di un altro calcio. Il calcio di Berardi. Da quel momento saranno 5 i gol e 12 gli assist. Una cavalcata verso la Serie A che non è sì più fermata. Erano caduti insieme e insieme sono tornati. Berardi e il Sassuolo, storia di una rinascita.

Nicolò Franceschin

Nato nel 1997 tra Milano, Como e Lecco. Laureato in Giurisprudenza, ma ai codici ho preferito una penna. Cresciuto con Maradona (il calcio), ma anche Ronaldinho e Sneijder. Il fascino del numero 10. Credo nella forza delle parole. Verità e narrazione. In giro in macchina per stadi, campi e strade alla ricerca di nuovi colori da scrivere, perché ognuno ha una sua sfumatura. Le note del telefono che si riempiono di storie, alcune il cui finale è ancora tutto da scrivere. Una di queste è la mia. Raccontare emozioni e dare voce a chi non ce l’ha.

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