Categories: Interviste e Storie

Bentornato, SuperMario. Gomez torna a casa: che storia con lo Stoccarda, dall’esordio all’obiettivo salvezza

Un annuncio a squarciare la quiete prenatalizia: “Lo Stoccarda formalizza il ritorno di Mario Gomez”. Regalo anticipato, nome in tendenza su Twitter e passato che torna, immediatamente, a farsi presente. Trattativa da circa 3 milioni di euro, accordo raggiunto prima dell’inizio della sessione invernale del calciomercato. Rieccolo, SuperMario. Rieccolo in quello Stoccarda che lo ha coccolato come un figlio, prima di vederlo realizzarsi (anche) lontano da casa. A 24 anni, giovane sposo del Bayern Monaco: esperienza fortunata, ricca di soddisfazioni e trofei. Conquistati a suon di gol – 75 in 115 presenze – e duro lavoro. Forza di volontà e disciplina ferrea, imparata a casa Stuttgart: dalle giovanili alla prima rete in Bundesliga – “Era stata commovente, per poco non mi mettevo a piangere in campo”, avrebbe dichiarato successivaemente –, arrivando allo scudetto della stagione 2006/2007 con annesso il riconoscimento di ‘calciatore tedesco dell’anno’. Tre anni dopo – con il Bayern – sarebbe arrivato anche il Laureo d’argento che, per la cronaca, è la massima onorificenza sportiva tedesca e che si dà solo a chi, in ambito internazionale, ha fatto cose grandi. Grandissime.

SODDISFAZIONI AZZURRE

Ritorno a casa e felicità vera: “Negli ultimi giorni il desiderio di tornare nella mia terra, a Stoccarda, è aumentato sempre di più. Sono contentissimo”. Con un unico grande obiettivo: La salvezza. Dobbiamo dare tutto!”. Già, perché la squadra di Wolf naviga in acque turbolenti: 14esimo posto in classifica, appena 2 punti dal Werder Brema terzultimo. E chi meglio di Gomez, che lo scorso anno salvava il Wolsfurg dalla serie cadetta? 17 gol in campionato – di cui 1 ai playout – e posto in Bundesliga mantenuto. Una dedica, la foto di un’esultanza e cartolina spedita in Italia. Da recapitare, tassativamente, a quella Fiorentina che il vero SuperMario non l’ha mai conosciuto. E che, in un certo senso, aveva nel destino. L’esordio tra i professionisti? Contro il Chelsea di… Adrian Mutu, entrato in campo 60 secondi prima del tedesco. A Firenze, comunque, una parentesi sfortunata, più delusioni che gioie. E un solo un sorriso. Così, a sorpresa: capocannoniere dalla Coppa Italia 2014/2015 da dividere con Di Natale. Soddisfazione… azzurra. Come quella di essersi visto preferire a Simone Zaza. Prima di riportarlo in Germania, la dirigenza dei Lupi aveva strizzato l’occhio al talento del Valencia. Poi il ripensamento: meglio Gomez, fresco di una stagione super in Turchia. Con il Besiktas, furia infallibile: 26 reti distribuite in 33 gare, titolo di capocannoniere vinto davanti a Samuel Eto’o e Robin Van Persie. Mica due qualunque. Ricordi indelebili, passato da ricordare. Da gennaio, però, testa solo allo Stoccarda. Per un ritorno a casa che, sotto Natale, diventa ancora più magico.

Redazione

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