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Alle origini di Rafa Silva, stella del Benfica e il “no” che gli ha cambiato la carriera

Sei gol in 21 partite in campionato, cinque in otto partite in Champions League, tra i quali un gol di tacco in inserimento e un pallonetto, segnati alla Juventus, che bastano per descrivere Rafa Silva come giocatore. Estro e qualità al servizio del Benfica, squadra della quale, alla soglia dei trent’anni, ormai è leader, e che da leader stasera affronterà l’Inter di Inzaghi (leggi qui la probabile formazione). E pensare che proprio il Benfica, all’inizio, come lo Sporting Lisbona, non ha avuto il coraggio di prendere. “Era molto piccolo fisicamente, lo hanno visto molte volte, senza mai prenderlo” ha raccontato ai microfoni di gianlucadimarzio.com Luis Trincalhetas, vicepresidente del Alverça, società nella quale ha allenato Rafa Silva quando era adolescente.

Rafa Silva e il “no” che gli ha cambiato la carriera

Siamo ad Alverca, un comune di trentamila abitanti al nord di Lisbona, ed è qui che Rafa Silva inizia a calcare i campi di calcio. Uno dei suoi primi allenatori è stato Luis Trincalhetas, attualmente vicepresidente della stessa società. “A quattordici anni Rafa era molto, molto piccolo, e senza dubbio il suo fisico lo ha penalizzato, ma la qualità era visibile sin da subito”. Un ragazzo molto riservato nello spogliatoio, introverso, che lasciava che fossero le sue giocate a parlare, libero da molte regole, muovendosi dietro gli attaccanti: “Giocavamo con il rombo a centrocampo, lui stava dietro le punte”. Una scelta, quello di metterlo sulla trequarti, che Trincalhetas un po’ orgogliosamente rivendica: “Non sono stupito del suo rendimento in questa stagione: finalmente gioca nella sua posizione! Da numero dieci, dietro Gonçalo Ramos”.  Il classe ’93 in questa prima parte di stagione ha segnato 11 gol, servendo 6 assist, in 29 presenze tra Primeira Liga e Champions League con il Benfica di Schmidt.

Prima di collezionare standing-ovation all’Estadio da Luz, però, Rafa Silva nel corso della sua carriera ha dovuto ricevere molti “no”, a partire proprio da quelli del Benfica e dello Sporting Lisbona: “Entrambe le squadre lo hanno seguito molto. Io stesso l’ho accompagnato al centro d’allenamento dello Sporting per dei provini. Alla fine, però, non hanno mai deciso di prenderlo ha raccontato Trincalhetas. E pensare, però, che è stato lo stesso Trincalhetas pronunciare il “no” più importante della carriera di Rafa Silva: “Una stagione, l’ultima che ha giocato con noi, era molto richiesto dal settore giovanile di un club molto vicino a noi, che ai tempi aveva la prima squadra che giocava in prima divisione. Noi non gli abbiamo permesso di andarci. Alla fine, è stata una decisione fondamentale per lui: poche settimane dopo lo abbiamo ceduto alla Feirense”. Proprio dalla Feirense, comincerà ad accelerare l’ascensione di Rafa Silva: “Non ci siamo lasciati bene, però grazie a quel “No” ha raggiunto la Feirense, e due anni dopo si è laureato vicecampione europeo con la Nazionale l’under 21”.

 

Un percorso “non convenzionale” e la decisione di non giocare il mondiale

A differenza di tanti giocatori che calcano il palcoscenico della Champions League, Rafa Silva non ha avuto un percorso “convenzionale”. Infatti, non è il prodotto di alcun vivaio di top club, bensì quasi un talento di provincia. Giunto alla Feirense, nel 2013 è passato al Braga, dove è rimasto fino al 2016 (avendo Paulo Fonseca come allenatore), prima di passare al Benfica. “Molto rapido a pensare il gioco, con una grande definizione nella trequarti offensiva”. Così lo ha definito Trincalhetas.

Il nome di Rafa Silva, però, non è comparso nella lista dei convocati di Fernando Santos per l’ultimo mondiale, giocato in Qatar. Silva, che con la maglia del Portogallo si è laureato (seppur non da protagonista) campione d’Europa nel 2016, ha infatti annunciato il suo addio in Nazionale a settembre. Nonostante la grossa concorrenza in quel ruolo, con i vari Bruno Fernandes, Bernando Silva e Rafael Leao, Trincalhetas, che Rafa lo conosce da tempo, si è detto un po’ dispiaciuto: “Per me la nazionale portoghese non ha nessuno come lui. Avrebbe potuto essere una chiave per sbloccare certe partite”. Al netto di clamorosi ripensamenti, però, Rafa Silva continuerà a incantare solamente con la maglia del Benfica. 

 

Lorenzo Vero

Nato all’ombra della Torre Pendente nel giugno del 2000 e studente di Informatica Umanistica. Bastian contrario per natura, ho iniziato a seguire il calcio perché ai miei genitori non piaceva. Sin da quando ero un bambino riempio la testa dei miei amici con aneddoti calcistici di ogni genere. Con gli anni, assieme alla barba, è cresciuta anche la mia passione per questo gioco. L’obiettivo adesso è quello di raccontare in modo veritiero (con il cognome che mi ritrovo…) e appassionante anche la meno appetibile delle partite.

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