Se leggi Marotta pensi alla Juventus, se leggi Gorgonzola pensi al formaggio, se leggi Giana-Cremonese 0-1 al 90’ pensi sia finita. Se… Se… Se…: Kipling ci ha costruito su una poesia, la Giana la propria figura d’antieroe. Contraddizione sorridente: alla faccia dei se, con la faccia di chi diventa grande ma crede ancora nelle favole. Favole che, guarda te, diventano però storia. Come quella di Davide contro Golia. Così Marotta è Matteo (“Sfiora il metro e settanta? Troppo piccolo”: macchè). Così la piccola Gorgonzola è lì contro la grande Cremona (“1-0 per i grigiorossi al 90’? Andiamo a casa dai”: macchè). Così, in pieno recupero e dopo aver già strappato il pareggio, nel cuore dell’area ed in mischia e insomma proprio dove più dovrebbero contare i muscolacci… Macchè. Spunta lui, Matteo Marotta. Lo chiamavano Lio da ragazzino, per via di un paragone impronunciabile ma che tra amici ci sta. Spunta quel Lio che adesso ha più l’aria del leone. Leoncino se preferite, ma tant’è: zampata. Il tempismo batte i chili. La fionda abbatte il gigante. Davide frega ancora Golia.
Un gol da incorniciare? Matteo se la ghigna: “Ne faccio pochi a dire la verità, così me li ricordo quasi tutti. Il primo della Giana tra i professionisti, in Coppa con la Pro Patria. Il primo nello stadio nuovo a Gorgonzola, in campionato con l’Albinoleffe. Quest’anno la doppietta a Carrara…Mi sa che me li ricordo proprio tutti”. Domenica campo ghiacciato, sotto l’erba un bel po’ di sabbia, ma la solita eleganza furoreggiante: fioretto sì e spada sissignore. E la frase che manda in brodo di giuggiole gli allenatori: “Ai gol non ci penso poi tanto (4 in campionato quest’anno, ndr), sono un centrocampista e bado soprattutto alla posizione giusta, a dare equilibrio, tenere le distanze. Sapendo anche che, se mi muovo bene, l’occasione prima o poi arriva”. Talentuosa razionalità: laurea in economia e marketing non a caso.
Razionalità e cuore. E avanti con le contraddizioni. Cuore Giana da quando aveva vent’anni, nel 2009. Quando le trasferte erano macchinate a Casalpusterlengo o Cavenago d’Adda, quando c’erano dei dubbi su di lui. “La Giana mi ha preso nonostante fossi infortunato alla spalla. Una spalla operata e poi ancora fuori uso. E dire che pensavo fosse nuova…”. Poi su fino alla Lega Pro. E ora che si gioca a Livorno o a Siena di dubbi non ce ne sono più. Sorridente contraddizione. Anche quella nelle parole del suo allenatore Cesare Albè, dopo il gol alla Cremonese: “Forza, che se continui così l’anno prossimo qualche squadra di Promozione ti chiama. Promozione di vertice eh… Dai, su, l’avete visto? Anche ‘sta volta è stato stratosferico. E’ da Serie B”.
Serie B o Promozione, la ricetta è e sarà sempre la stessa: sudare, sognare, sudare. E la chiosa la piazza proprio Albè: “Dopo la partita spesso ho gli incubi, ma questa volta spero proprio di tornare a casa e sognarmelo ancora questo gol”. Matteo annuisce con l’aria di chi sa bene cosa vuol dire. Del resto quel “¡Sigamos soñando!” che ha come stato su WhatsApp è molto più che una frasetta buttata lì. Dentro c’è un mondo, dietro c’è una favola diventata storia. Davanti, invece, la faccia birichina di quel Davide. Che sta già cercando un altro Golia da battere.
Foto: Sandro Niboli – As Giana
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