Sono passati quasi quattro mesi da quando il Bayern Monaco ha ufficializzato l’arrivo di Vincent Kompany in panchina. Una scelta, quella dei bavaresi, che aveva destato diverse critiche e perplessità, spazzate via da un inizio di stagione devastante. Sei vittorie su sei tra tutte le competizioni con uno score di 29 gol segnati. Numeri da schiacciasassi.
L’allenatore belga era (ed è ancora) un profilo con pochissima esperienza e che arrivava da una retrocessione con il Burnley. Un biglietto da visita non entusiasmante per presentarsi in un’ambiente storicamente complicato per chi siede in panchina, specialmente dopo l’ultima stagione, chiusa con zero trofei per la prima volta dopo 12 anni.
L’ex difensore del Manchester City ha dimostrato però di avere le spalle larghe per reggere il peso della situazione, portando il suo stile e le sue idee. “Non smetti di credere in te stesso solo per quello che dicono gli altri“. Sassolini dalla scarpa, tolti dopo la vittoria record per 9-2 contro la Dinamo Zagabria in Champions League.
Ad esaltarsi, nel contesto tattico di Kompany, sono soprattutto i giocatori offensivi. Harry Kane ha già raggiunto la doppia cifra di gol stagionali, sulla trequarti incantano il fenomeno Musiala e il nuovo arrivato Olise, diventato già insostituibile. Una macchina che sembra perfetta, e che ora andrà incontro ai primi test di un certo spessore. Sabato all’Allianz Arena arrivano infatti i campioni in carica del Bayer Leverkusen. “Chi gioca contro di noi deve pensare di trovarsi davanti a una missione quasi impossibile“. Personalità e ambizione. È il nuovo Bayern Monaco, firmato Vincent Kompany.
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