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Capigliatura afro e il gol nel dna: Zirkzee si è preso il Bayern

Nella stagione dell'imminente ottavo titolo consecutivo del Bayern Monaco, il talento di Joshua Zirkzee rappresenta un raggio di sole, anche dove freddo e nebbia per tradizione tendono a recitare la parte dei padroni. Olandese di Schiedam, classe 2001 e giocate da urlo per conquistare un pubblico esigente e guadagnarsi la ribalta.

Come Re Mida, Zirkzee, capigliatura afro e tratti caraibici, tocca il pallone e segna. Lo aveva fatto a dicembre in casa del Friburgo, per poi ripetersi pochi giorni dopo contro il Wolfsburg. Un gol per aprire le marcature, prima che Gnabry al 90’ chiudesse definitivamente i conti. “E’ sulla strada giusta, ma dobbiamo stargli dietro, perché è pur sempre un ragazzino e deve continuare a lavorare”, aveva commentato l’allenatore Hansi Flick.

Testa e pedalare, in pieno stile tedesco: della serie le qualità ci sono ma senza spirito di sacrificio non si va da nessuna parte. Sono i principi del club, gli stessi che hanno consentito ai biancorossi di alzare, tra le altre, cinque Champions League nella loro gloriosa storia. Lui sembra averlo capito, la chance d’altronde è di quelle importanti. Quattro minuti contro il Tottenham per assaggiare il palcoscenico europeo, poi l’esordio a Friburgo, la rete, e la replica servita nel giro di tre giorni. Poi altri minuti collezionati nel corso della stagione, il gol nella goleada all'Hoffenheim e adesso anche la rete al Borussia Monchengladbach, uno degli ultimi atti prima della conquista del titolo. Un gol importante perché arrivato da titolare, nel giorno in cui ha dovuto sostituire Lewandowski, senza entrare come spesso accaduto, a conti già chiusi.

NUMERI DA PREDESTINATO

Roba per pochi eletti. Diciotto anni e 210 giorni, è il terzo marcatore più giovane del Bayern: meglio di lui solo Roque Santa Cruz (18 e 12) e Alphonso Davies (18 e 135). In prima squadra è arrivato in questa stagione: un anno in gruppo per accendere sopra di sé i riflettori e qualche critica autorevole. “E’ peccato che certi calciatori lascino l’Olanda”, la firma sulla frecciatina l’ha messa addirittura Marco Van Basten.

Un metro e 93 di freddezza in area di rigore e grattacapi per i difensori avversari. Zirkzee legge benissimo le situazioni e le sfrutta sempre a proprio favore”, parola di Holger Seitz, manager delle giovanili. E in patria i paragoni si sprecano, su tutti quello con Pierre Van Hooijdonk, questione di fisico e provenienza: il Feyenoord. Eppure l’idolo resta un altro: Arjen Robben, L'ho sempre seguito. Quando sono entrato per la prima volta nello spogliatoio lo guardavo colpito. Mi ha aiutato molto". Riverenze da ragazzino, qualità da veterano.

A cura di Nanni Sofia

Redazione

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