Diciannove titoli in 5 Paesi diversi, Carlo Ancelotti si conferma anche in Bundesliga uno dei migliori allenatori del Mondo. Tuttavia dovrà guardare da casa la finale di Champions, che vedrà protagoniste Juventus e Real Madrid, due ex. Tanti i complimenti per i bianconeri
“Sapete quante squadre hanno fatto il triplete? Il Bayern nel 2013, l’Inter nel 2010, il Barcellona due volte e poche altre” si legge nelle pagine del Corriere della Sera – “È un’impresa, ma la Juve è messa bene: la Coppa Italia era uno snodo delicato e l’ha superato di slancio”. Anche per Ancelotti sono tanti (19) i trofei in carriera: “Diciamo che non ho trovato squadre scarse: Milan, Chelsea, Psg, Real, Bayern. Ma comunque mi inorgoglisce, anche perché quando sono andato via dall’Italia avevo un po’ di preoccupazione: io in vacanza all’estero volevo sempre tornare a casa prima possibile… E invece sono ancora qui: il calcio ormai è universale. La Bundesliga era l’obiettivo minimo, ma la soddisfazione c’è. Domani mi fanno il bagno con la birra e forse canterò pure. Certo c’è il rammarico per come sono andate le due coppe, in particolare la Champions. Eliminazione con il Real? È stata un’ingiustizia. Nella storia rimarrà che il Real ha battuto il Bayern. E basta. Ma quello che è successo a Madrid al ritorno lo hanno visto tutti. E non è stato qualcosa di normale. Mettiamo la Var, perché è necessaria”.
Juve-Real, gara da doppio ex: “La guarderò con grande interesse, simpatizzando per chi giocherà meglio. La Juve per me è soprattutto Buffon, che è stato un mio giocatore: la vittoria sarebbe il coronamento di una carriera stratosferica. E Andrea Agnelli era un ragazzo quando c’ero io: la Juve con lui è tornata ad essere un modello, grazie anche allo stadio”. Bayern del futuro? “Nessuna rivoluzione, il gruppo è molto solido. Smettono Lahm e Alonso, ma i giovani crescono. Mercato italiano? Certo: quanto è la clausola di Belotti? Ecco, il mercato è caro dappertutto. E in Italia stanno uscendo giocatori di qualità, anche per il prossimo Mondiale: Verratti è maturato, come Insigne. È uscito Gagliardini e la difesa è sempre granitica”.
La Juventus difende di squadra, elemento che può rivelarsi determinante: “Sì. È un sistema di gioco che si può sviluppare solo per il sacrificio dei giocatori e questo spinge tutti a dare di più, un po’ come il mio Milan dei trequartisti. Devo dire che Mandzukic per me è qualcosa di sorprendente: tenace lo è sempre stato, però è diventato tatticamente perfetto. È impossibile sottovalutare il Real. Non so chi la spunterà, ma sarà molto equilibrata. Le due squadre si assomigliano come idea di gioco: forse gli spagnoli hanno più qualità e la Juve più solidità”. Sulle milanesi: “Il Milan non è partito per vincere il campionato, mentre l’Inter ha fatto investimenti importanti. E ha deluso. Il Milan senza Berlusconi mi fa pensare che tutte le cose hanno un inizio e una fine: anche il miglior presidente nella storia rossonera. Mi auguro che i nuovi abbiano le potenzialità per riportare in alto il Milan e per farlo servono i soldi: le idee contano, ma sei vuoi Higuain e non hai i soldi, come lo prendi?”. Sorprese della Champions? “Mbappé. E Dybala, se lo consideriamo una sorpresa”.
Consiglio a Totti: “La cosa migliore è che non siano gli altri a dirti di smettere. Se lui si sente di continuare lo faccia: può andare da un’altra parte, come fece Del Piero“. Sull’esperienza nella Juventus: “Non è una ferita, è un’esperienza, come il Real: non ho rancori, credo che l’esonero faccia parte della carriera”. Ancelotti, in chiusura d’intervista, torna sulla finale di Cardiff: “La Juventus non la vince da 21 anni? Una statistica. Quel che conta è il coraggio che serve in queste partite, per dimostrare tutte le tue qualità. Dove vedrò la finale? In ferie, a Vancouver. Saranno le 11.45 del mattino. Poi cucinerò: in quello sì che sono davvero bravo”.
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