Quel “fumantino” di Manerbio, Baselli: “Pronto a tornare in campo. Fàbregas? Mi ha fatto rinascere”

Il centrocampista a Gianlucadimarzio.com: “Vi racconto di quando Mihajlović mi insultò davanti a tutti. In passato mi hanno cercato Milan e Roma”
“Hai davvero dato tutto al calcio? Ne sei sicuro?”. “Di certo non ho rimpianti, nella maniera più assoluta”. Solare. Scherzoso. “Sto lavorando per la prossima stagione. Forse mi sto allenando più adesso rispetto a prima”. Daniele Baselli accompagna questa frase con una risata fragorosa. Genuino e autoironico quanto basta. “Sono pronto per il mercato di giugno“ afferma ai microfoni di Gianlucadimarzio.com. “Qualche proposta mi è arrivata, sono sincero” ma non si sbottona. “Stiamo valutando bene. Penso anche alla Serie B e a quelle che saranno le protagoniste”. Un indizio di mercato? “Mah, io son tranquillo, non ho fretta”.
Riavvolgiamo il nastro. Una pellicola che trasuda emozioni. Basti pensare che Daniele, nell’agosto del 2024, gioca titolare contro la Juventus e qualche mese più tardi decide di risolvere il suo contratto. Ah già… magari non è scontato. La maglia indossata è quella del Como. Squadra che – grazie anche al suo contributo – ha centrato la promozione in Serie A nella stagione 2023/24. “Tre anni fa giocavo a Cagliari in una situazione molto particolare. Dovuta anche al poco spazio che mi veniva concesso. Decido quindi di scendere in categoria, la trattativa durò mezza giornata. E sposai il progetto di questa realtà”.
Dopo una decina di anni nella massima serie, ecco la decisione di ‘scendere’. “Mentalmente non è stato facile. Rifiutai proposte dalla A perché cercavo un progetto duraturo. La scelta? Beh, azzeccata. Ringrazierò per sempre la società”. Baselli gioca 18 partite in Serie B nella stagione 2022/23 trovando anche la via del gol. Nell’anno successivo, invece, sono ben 25 le presenze complessive (24 in campionato e 1 in Coppa Italia).
Il lieto fine è stato scritto con la promozione in A. Ma quel capitolo sul Como (forse) aveva ancora una pagina da narrare. “La squadra non era competitiva ai massimi livelli per una Serie A e il club ha deciso di ‘tagliare’ i giocatori in scadenza di contratto… o comunque quelli più grandi”. La carta d’identità dice 12 marzo 1992. Troppo per le richieste della società? “Non biasimo nessuno, sono scelte che si fanno”.
Lo dice in maniera convinta. “Sul momento ero triste, chiaro. Ho giocato 20′ contro la Juventus e qualche attimo contro l’Hellas Verona. Ma i rapporti con la società sono rimasti ottimi. Fabregas? Mi è dispiaciuto il modo con cui ci siamo lasciati, forse un po’ frettoloso. Ma grazie a lui sono rinato, mi ha riconsegnato la ‘voglia di giocare’. E menziono anche Moreno Longo (sulla panchina del Como nella stagione 2022/23 e una parte della 2023/24, ndr) che conoscevo dai tempi del Toro”.
Baselli: “Non riuscivo nemmeno a mangiare… mi cercava il Milan!”
Quel “ragazzino di Manerbio”, un piccolo comune nella provincia di Brescia. Con la numero 8 dietro le spalle e un carattere “fumantino” come lui stesso afferma. La nostra pellicola è tornata al giugno del 2025, bene. Riavvolgiamola ulteriormente di dieci anni quando un Baselli, appena 20enne, veste le maglie di Atalanta e Torino. Il tempo passa. I gol e le giocate da ‘leader’ ci sono. Così come le “avances” delle big: un treno chiamato Milan, passato per due volte sullo stesso binario… “Ero a Bergamo. La prima volta sembrava fosse tutto pronto, mancavano solo le visite mediche. Poi saltò tutto per una questione di cifre“. Pescare un lato positivo in un mare così negativo. “Ero giovane, immaturo. In quel periodo avevo l’ansia, non riuscivo a mangiare. Nel senso… mi cercava il Milan!“.
Ma quella carrozza, un anno dopo, passò di nuovo. Il 30 maggio del 2015 al termine di Atalanta-Milan 1-3. “Segnai un gol e poche ore dopo ricevetti la telefonata dalla società rossonera per dirmi che volevano prendermi. Poi però scelsero Josè Mauri a parametro zero”. E quindi passò un terzo treno, quello diretto sotto la Mole Antonelliana; sponda Toro. “Giampiero Ventura e Siniša Mihajlović. Il primo mi ha fatto crescere tanto. Il secondo mi convinse a restare nonostante le voci su un mio trasferimento all’estero. Non che volessi andare via, ci mancherebbe. Però ero molto curioso”.
Il Daniele “fumantino” lascia spazio a uno più “razionale”. “Mi cercò anche la Roma ma il mio presidente (Urbano Cario, ndr) fu lapidario: ‘o soldi o nulla. Baselli non andrà via in prestito’. Apprezzai la sua stima ma mi sarebbe piaciuto fare quel salto in più. Nessun rimpianto, sono orgoglioso dei sette anni vissuti a Torino dove – tra l’altro – sono cresciute le mie figlie“. Giusto, perché Daniele nel frattempo è diventato anche papà di Natalie e Bianca, rispettivamente di 10 e 7 anni.
Faccia a faccia con Siniša: “Daniele, così non vai da nessuna parte”
Tra gioie e ricordi. Indelebili. Utili per non sbagliare più e necessari per scrivere altre pagine della propria carriera sportiva. A proposito, prima abbiamo accennato al compianto Mihajlović. “Mi ha fatto credere in me stesso”. Cioé? “Dopo un Pescara-Torino (21/09/16 0-0, ndr) mi massacrò in conferenza. Non feci una grande partita, vero. Ma nemmeno la peggiore della mia carriera” afferma sorridendo. “Mi insultò davanti a tutti. Non lo tollerai e decisi di andare nel suo ufficio. Entrai: ‘Mister, perché quelle cose non me le dici in faccia?'”. A Mihajlović. A 24 anni. Bel coraggio. “Ascoltami – mi disse – devo capire come tirare fuori tuo carattere! Sei il più forte della squadra ma così non vai da nessuna parte. Vediamo se ti svegli'”.
E la risposta? “Da lì giocai la miglior stagione di sempre. Siniša l’avrei seguito ovunque. Hai un allenamento? Bene, ‘allenati a duemila’. Allenati ‘come Cristo comanda’. Non giochi? Allenati comunque al massimo. È un insegnamento che mi porterò dentro per sempre”. Figure. Forse idoli. La Serie A e quel colloquio con Sinisa. Insegnamenti e lezioni che Baselli porterà con sè ovunque. Anche nella sua prossima avventura.