Sette
mesi, oltre 200 giorni, nel mezzo un cambio di guida tecnica in panchina e una
mezza rivoluzione in organico. Stefano Sabelli è tornato a tastare il campo
dopo quel crack al crociato in un pomeriggio di inizio maggio al “Partenio-Lombardi”
di Avellino, in un pomeriggio che risuonava come una beffarda sentenza: Bari
fuori dai playoff di serie B 2016/2017 e il terzino destro, uno dei più
positivi della scorsa stagione, costretto a un lungo stop. Un movimento controtempo, torsione della gamba
e urla che non avevano lasciato spazio a dubbi: così l’estate del 24enne
cresciuto nel settore giovanile della Roma, ha avuto come campo base Villa
Stuart, dove ha svolto l’intero percorso riabilitativo. Il 12 novembre il ritorno
tra i convocati contro il Pescara, il 29 novembre la prima partita ufficiale in
Tim Cup contro il Sassuolo e domenica l’ingresso a 15’ dalla fine nel ko
interno (0-3) dei biancorossi contro il Palermo. “Sto bene –ha spiegato il numero 4 del Bari- è
stato un intervento lungo e difficile, ma ora sono pronto e al cento per cento.
Stare fuori e non poter dare il proprio contributo è stato difficile”.
A Bari
dal 2011 con breve intermezzo al Carpi due stagioni fa, Sabelli è uno dei
veterani della rosa di Fabio Grosso quanto a militanza: “Avevo molta curiosità di
conoscere il mister e penso che farà strada –dice del suo nuovo allenatore- Conosce
il calcio e ha creato un gruppo genuino e con una precisa identità”. Da un terzino
a un ex laterale difensivo, inevitabile parlare di tattica: con la difesa a 3 il
Bari ha rimediato una sconfitta difficile da digerire al San Nicola contro il
Palermo. Per Sabelli occorre andare oltre i numeri: “Non è importante se
giochiamo in difesa a tre o a quattro, ogni modulo ha i pro e i contro, è
importante come si sta in campo. Ho visto quindici partite allo stadio, in
tribuna con la sciarpa in mano, o da casa e ho un giudizio positivo sulla
squadra perché abbiamo una identità ben definita: a parte due partite, non
abbiamo mai demeritato”.
Con Anderson e Morleo ai box per infortunio e Fiamozzi e D’Elia di ritorno da guai fisici, per Sabelli le porte d’accesso all’elenco dei titolari potrebbero aprirsi già sabato prossimo, a Perugia. Il diretto interessato gioca sulla difensiva: “A Perugia in campo dal primo minuto? Come tutti i calciatori vorrei giocare ogni partita, sto bene ma conta prima che il Bari vinca, con o senza Sabelli in campo”. Rialzare la testa dopo due sconfitte, per non perdere terreno una serie B mai così compatta quanto a classifica: “Quest’anno ci sono i presupposti per fare bene –assicura Sabelli- poi dove arriveremo lo vedremo a maggio. Ora pensiamo a giocarci tutte le partite: dobbiamo trovare continuità ed equilibrio. Il campionato è lungo e con una sconfitta si può passare dal primo al quinto posto”. Come è successo al Bari con i ko contro Virtus Entella e Palermo. Che il difensore romano vuole dimenticare in fretta, tornando a correre per sé e per il Bari: “Addio a gennaio? Non ci penso proprio. Tre anni fa mi sarebbe piaciuto arrivare in A con il Bari. Ora mi vedo ancora qui”.
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