È arrivato l’ultimo atto della Serie B, che al termine della finale di ritorno dei playoff tra Bari e Cagliari sancirà l’ultima promossa. Dopo il pareggio per 1-1 nella gara d’andata, le due squadre si giocano tutto davanti a un San Nicola gremito, capace di registrare il sold-out (58.000 spettatori) in sole 4 ore dall’inizio della vendita dei biglietti. Ma se le premesse portano alla carica i tifosi biancorossi, dall’altra parte ci sarà la squadra di Ranieri, un allenatore capace di giocarsi da stratega tutte le partite più importanti. Sulla panchina del Bari risponderà Mignani, che nella conferenza stampa della vigilia ha presentato così la sfida: “In una giornata come oggi non posso che ripensare a chi mi ha scelto e voluto qui a Bari. Domani sarà la fine del mio secondo anno, arrivando qui da sconosciuto. Posso solo ringraziare il presidente e il direttore. Non è mai detto che lavorando duramente si vedano frutti prosperosi, è successo l’anno scorso e quest’anno, ora bisogna concentrarsi sull’ultima partita”.
Poi, sulle possibili differenze rispetto alla semifinale col Sudtirol, Mignani ha parlato così: “Per me è abbastanza simile la situazione, l’obiettivo è il solito. Sappiamo di avere contro una squadra forte. L’abbiamo già affrontata altre volte, non siamo mai arretrati di un centimetro. I ragazzi sanno che la partita sarà in equilibrio. Dovremo avere lucidità, testa, cuore e gambe. Con la certezza di non essere soli”.
Ma qual è la partita più bella di questa stagione per Mignani? “Se il Bari è arrivato terzo, ha fatto più di una partita buona. L’unica promessa che mi sento di fare è che i ragazzi daranno tutto ciò che hanno”.
L’allenatore biancorosso ha poi raccontato un breve aneddoto iconico di quella che è la sua personalità: “I miei collaboratori a volte sono più sanguigni di me, io sono abbastanza temperato. Mi incazzo con loro spesso, poi ci vediamo in settimana. Nell’esultanza di Brescia mi sono lasciato andare. Il presidente quando vinciamo mi sorride sempre, io sono abbastanza serio, mi dice di lasciarmi andare”.
Qual è la paura di Mignani alla vigilia della sfida più importante della sua carriera? “La cosa che più mi mette agitazione è che siamo responsabili di un’intera città e provincia. Ma quello che mi lascia più tranquillo è che quando un gruppo, una famiglia, ci mette tutto quello che ha, deve camminare a testa alta”.
Chiusura finale con un’analisi sulle condizioni dei singoli: “Pucino sta bene, sta crescendo. E’ stato fermo una vnetina di giorni, Mazzotta è una garanzia, così come Ricci. Folorunsho è un giocatore che sotto certi aspetti ci fa pensare un po’ di più, quest’infiammazione a volte sta peggio e a volte meglio. Non è facile gestirlo nei giorni precedenti. Secondo me è un giocatore che con fisicità e voglia può spostare gli equilibri”.
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