Rinnovo fino al 2020 già firmato e ufficializzato, oggi Alessandro Micai ha voluto ringraziare tutti i componenti della società Bari per questo nuovo ‘traguardo’ raggiunto. Il portiere biancorosso ha utilizzato il proprio profilo Instagram per esprimere la propria felicità dopo il prolungamento del proprio contratto.
“Ancora insieme, ancora più forti. Sono felicissimo per il rinnovo del contratto perchè ho potuto raggiungerlo in un Club e in una città che mi ha accolto come un figlio. Ringrazio il presidente Giancaspro, il direttore sportivo Sogliano, lo staff tecnico, i miei compagni di squadra, tutti quelli che lavorano per il Bari e, naturalmente, i tifosi biancorossi che ogni giorno, con il loro entusiasmo, mi spingono a dare sempre di più. Adesso, ancora più forti, per raggiungere il nostro sogno”.
Segnali chiari, con i biancorossi ottavi a quota 50 punti in classifica e attesi dalla doppia trasferta di La Spezia e Carpi, contro due dirette avversarie nella corsa-playoff. Un aprile “di fuoco” per il portiere mantovano, battuto 7 volte nelle ultime tre trasferte di Chiavari, Trapani e Vercelli, archiviate con altrettante sconfitte. E fuori casa i punti totali sono 12 in 16 incontri. “Non firmerei per due pareggi, ma solo per due vittorie. Se posso fare un appello chiedo di vivere le trasferte come quelle disputate in casa. Invito a parlare meno della trasferta”. Polemiche parate. Così come quelle riferite alla vittoria senza lampi sul Latina: “E’ stata senza dubbio la peggiore partita in casa -ammette- sta a noi dimostrare che si può cambiare la rotta. Il primo tempo è stato difficile perché non eravamo liberi mentalmente”. La garanzia è una sola: “Cerchiamo in tutti i modi di arrivare all’obiettivo anche quando non giocano alcuni compagni o ci sono assenze pesanti. Tutti hanno un atteggiamento positivo”.
Nella gestione Stellone, Micai ha conosciuto anche la panchina, vedendosi preferire Ichazo. Con Colantuono la fiducia è reciproca: “Lo stimo molto. Nonostante le belle partite ed errori non mi mai messo in cattiva luce, mi ha sempre sostenuto. Io non mi sono mai sentito fuori progetto. E l’ho dimostrato anche quando ero in forse mettendocela tutta”. I modelli sono semplici da indicare: Jean Francois Gillet e Franco Mancini, due grandi predecessori tra i pali del Bari. “Tanti mi paragonano a Gillet, è vero mi ispiro a lui, ma non me la sento di essere confronto con loro, sono dei grandi. Ho tutto da imparare”. Professione di modestia, come quando gli si chiede di calciomercato. La serie A gli ha messo gli occhi addosso: “Mi sembra esagerato parlare di sirene. Non ho mai pensato di andar via da Bari. Ma non mi piace essere definito leader. Penso solo a giocare”. E a parare.
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