“Tutto è partito da Emanuele Terranova, è stato lui a dirmi che il direttore Ciro Polito voleva portarmi a Bari”. Jeremy Menez svela in un’intervista rilasciata ai canali ufficiali del Bari come ha avuto il via la trattativa che si è conclusa con la firma di un contratto di un anno (con opzione di rinnovo in caso di promozione in Serie A) in biancorosso.
L’amicizia con il difensore della Reggina, compagno di squadra in Calabria ed ex biancorosso, è stata un fattore. La trattativa è stata portata avanti per 20 giorni ed è decollata all’inizio della scorsa settimana. “Conoscevo già la società e lo stadio – ammette Menez – il Bari è un club storico. C’è stato subito feeling con Polito e ho capito che Bari era la piazza giusta per me. Sono stato accolto bene da tutti. Dopo un giorno mi sentivo già parte del gruppo”.
Nell’ultimo triennio Menez ha giocato in B con la Reggina, totalizzando 13 reti e 5 assist in 67 partite di campionato in Serie B dal 2020 allo scorso maggio. “Sono stato accolto super bene – ricorda il 36enne francese rispetto al suo arrivo in Puglia – sono arrivato martedì e già mercoledì mi sentivo uno di loro da tanto tempo”.
L’inserimento nello spogliatoio procede, in attesa del debutto in campo, condizionato da un piccolo fastidio alla schiena nei primi giorni di lavoro nel ritiro di Roccaraso. Di Antenucci prenderà il posto in squadra e il numero di maglia, il 7. Sulle sue spalle, quelle di chi ha totalizzato 270 presenze tra Roma, Milan e Psg, c’è la consapevolezza di chi conosce bene le insidie della B: “Non è facile, è un torneo nel quale non puoi mai mollare, l’abbiamo visto anche con la Reggina. Quello che ha fatto il Bari nell’ultima stagione è stata una grande cosa, ma nel calcio bisogna subito guardare avanti. Tocca a noi fare di più e avere sempre un obiettivo».
La compattezza del gruppo è il segreto per il successo, secondo Menez. «Lo spogliatoio fa tutto. Quando hai la voglia di fare tre metri in più per un compagno è quello che fa la differenza. Qui ho trovato uno spogliatoio sano. Abbiamo tutto per stare bene. Tocca a noi lavorare e fare le cose giuste”.
Piccolo background sul significato del calcio per Menez: “l percorso di un giocatore è fatto di cose positive, ma anche di errori. Sono proprio questi ultimi che ti aiutano a crescere. Sono una persona molto tranquilla, mi piace avere una vita semplice, casa, allenamento, ristornate ogni tanto. Cosa direi oggi al Menez arrivato in Italia all’età di 20 anni? Di rendersi conto della fortuna che ha a giocare a calcio”.
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