Torna a parlare della questione multiproprietà Luigi De Laurentiis, presidente della SSC Bari. Lo fa nel corso d un webinar con l’avvocato Luca Favini, pubblicato sul canale Youtube di quest’ultimo. “Purtroppo non si può fare molto – spiega – se il Bari dovesse arrivare in Serie A dovrei immediatamente vendere la squadra. Di questo siamo sempre stati coscienti”.
Dichiarazioni che ricordano quanto sancito dalla modifica dell’articolo 16-bis delle NOIF sul divieto assoluto di multiproprietà. Il regolamento impone alla famiglia De Laurentiis di scegliere quale società tra Napoli e Bari tenere sotto la guida della Filmauro entro giugno 2028. Un obbligo che scatterebbe in anticipo in caso di promozione dei biancorossi in A, stante il divieto fissato per i due club di giocare nella stessa categoria.
LDL, che con la sua famiglia ha fondato la SSC Bari a fine luglio del 2018, conquistando in quattro anni il doppio salto dalla D alla B, non ha dubbi sulla strada da seguire: “Questa è un’operazione imprenditoriale che ha i suoi rischi. Si è costruito da zero come una vera start-up, una volta arrivati alla massima serie bisogna saper vendere”.
Concetti già espressi in precedenza. “Ci siamo resi conto che poteva essere un franchise sportivo importante – ricorda riavvolgendo il nastro a quattro anni fa – grazie al suo grande bacino di utenza e una fan base molto attaccata alla squadra. Il Bari ha una storia sportiva importante e dei moltiplicatori economici che hanno reso interessante la piazza. Siamo saltati sul carro in corsa perché nell’anno in cui abbiamo preso la squadra hanno fortunatamente rinviato l’inizio del campionato e abbiamo messo in atto tutto nel giro di un mese in mezzo”.
Idee chiare anche sul modello di sostenibilità economica-finanziaria del Bari. La fonte d’ispirazione è il Napoli, di proprietà della famiglia De Laurentiis dal 2004 e portato dalla C alla Champions League: “Mio padre è stato bravissimo – evidenzia Luigi De Laurentiis – ed è sempre cresciuto con un modus operandi di società snelle. In modo oculato ha costruito un insieme di risorse umane che potessero svolgere più mestieri. Poi c’è anche il lavoro in prima persona che porta ad un risparmio; abbiamo lavorato anche in outsourcing. Un impegno faticoso, ma che fa la differenza. Lo stesso modello è stato applicato al Bari”.
Spazio al capitolo tifo, dove il Bari guida la speciale classifica casalinga della Serie B: “Contro la Ternana abbiamo avuto 38.800 spettatori al San Nicola, un orgoglio – sottolinea LDL – sono numeri che ci inorgogliscono”.
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