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Bari-Gela, una partita in forse: “Non ci sono soldi per la trasferta”

Non si gioca, anzi sì, anzi no. Con un piccolo ma percettibile punto interrogativo che continua a essere presente nell'aria. Il venerdì che precede Bari-Gela ha avuto poco o nulla a che fare con il calcio giocato. Mentre il gruppo di Giovanni Cornacchini si allenava all'antistadio con vista sull'impegno valido per la 29^ giornata del girone I di serie D e in calendario domenica 31 marzo alle 15, infatti, in Sicilia il club gelese provava a dare vita a una raccolta fondi per reagire alla crisi economica del club e riuscire così a raggiungere la Puglia il giorno prima della partita.

Ai rumors rassicuranti del giovedì, con il Gela che aveva prenotato l'hotel nel quale soggiornare alle porte di Bari e aveva fatto filtrare segnali di una ritrovata solidità, è seguita la triste realtà del venerdì. A suonare l'allarme per primo Antonio Torrenti, rappresentanti della società in provincia di Caltanissetta, oggi settima in classifica: "La  situazione è drammatica, non ci sono fondi” il suo grido, lanciato ai media senza però allertare in via ufficiale il Bari, la Lega Nazionale Dilettanti e tantomeno l'hotel che avrebbe dovuto accogliere il Gela in Puglia.

Alle 15.33 ecco la prima comuniczione ufficiale:Visto l’appello fatto da parte della Società S.S.D. Città di Gela all'amministrazione e imprenditori locali, ad oggi non è pervenuto nessuno aiuto economico per sostenere le spese riguardante la chiusura della Stagione Calcistica, pertanto la proprietà impossibilitata a portare avanti il progetto Calcistico comunica che la trasferta di Bari non verrà fatta per mancanza di fondi e che sta già provvedendo a Comunicare alla Lega la rinuncia”.

Alle 20 del venerdì, della comunicazione via Pec in Lega non c'è però stata traccia. Così l'ipotesi che la partita non si giochi resta estremamente probabile, ma non definitiva. In caso di rinuncia, il Gela sconterebbe un punto di penalità in classifica e 1000 euro di multa. Intanto, il Bari e i suoi tifosi fanno da spettatori, in attesa di una comunicazione che sancirebbe una domenica senza calcio. Nella quale tutti risulterebbero sconfitti.

Luca Guerra

Nato un anno prima della caduta del Muro di Berlino, mi piace rompere gli schemi dell'informazione. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista pubblicista, scrivo quando e in ogni modo possibile: il sedile di un treno o il banco di un fast-food sono ottime scrivanie alternative. Il giornalismo la passione di una vita, il calcio come stella polare di questa passione.

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