Somiglia a Daniele Sciaudone (“Me l’hanno detto in tanti”), centrocampista che a Bari ha lasciato il segno, si ispira a “Frankie Lampard, nella doppia fase era il top” e a Bari sente che sta diventando “veramente calciatore”. L’entusiasmo di Andrea Feola, tornato a 26 anni in serie D dopo le annate tra B e C con Trapani e Olbia, è quello di un ragazzino. “Sto vivendo da due mesi l’ambiente ed è fantastico, qui ti senti veramente calciatore. Ti riconoscono per strada, ti salutano e ti fermano per una foto o un saluto” racconta con le sue prime parole da calciatore biancorosso. “Per me non è stata un’estate bellissima, la prima da svincolato. Fino all’offerta del Bari avevo tanti dubbi. Poi quando ti chiede una piazza così importante, dire no è impossibile”.
Quello di Feola è stato uno dei primi nomi selezionati dal Bari di Giovanni Cornacchini per il rilancio. Il centrocampista nato a Carloforte, nella zona del Sulcis in Sardegna, dove suo papà ha una nota pescheria, non ha ancora giocato da titolare in campionato, ma la condizione fisica è in evidente crescita. “Rispetto alle prime partite, sto giocando sempre di più. Mi sento meglio e più in fiducia. Sono sempre uno dei primi cambi, ma chiunque gioca in questa squadra è in grado di dare il massimo – spiega – inoltre a centrocampo sono calciatori esperti come Bolzoni e Hamlili, oltre ai giovani che sono forti”.
Umile e generoso, lo raccontano i compagni. Davanti ai microfoni ne offre la dimostrazione: “Giocare con compagni esperti come loro o come Cacioli, Di Cesare, Brienza e Mattera ti aiuta a crescere. Io ho 26 anni e mi sento nel mezzo, posso ancora migliorare tanto. Calarsi in questa realtà non è semplice. Devi abituarti ad altri stadi, altre realtà e questo ti può destabilizzare. Per ora lo stiamo facendo benissimo”.
Cinque partite di campionato, cinque ingressi dalla panchina. A Marsala, tappa della prossima trasferta del Bari, Feola spera che scocchi la sua ora: “Come tutte le partite, devi andare concentrato al 100% – ammette – Ci sono tante incognite, dal terreno di gioco agli avversari”. Quella zona gli porta bene: a Trapani ha vissuto due anni da buon gregario, con30 presenze in B: “Domenica allo stadio incontrerò alcuni amici – ammette – è una terra che conosco bene e sarà bello tornare lì”. Sperando che gli porti bene, alla ricerca di un gol. Il primo con la maglia del Bari: “La dedica sarebbe per la mia famiglia, che mi è sempre stata vicina nei momenti bui”. Per festeggiare tutti a Carloforte. Ovviamente, con un’ottima cena a base di pesce.
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