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Diaw spinge il Bari: “Per tornare a vincere ci serve più attenzione ai dettagli”

“Siamo a un passo dalla zona playout ma anche dai playoff. Il campionato è appena iniziato ma la storia della B ci insegna che basta poco per cambiare rotta. Non dobbiamo pensare a quello che accade fuori o alle aspettative”. Davide Diaw indica al Bari la strategia per alzare i giri nel motore dopo un avvio di campionato con nove punti in otto partite.

 

Credit: SSC Bari

L’attaccante 31enne arrivato a Ferragosto dal Monza, 55 gol nel campionato di B, sa bene che è ancora presto per tracciare bilanci. “Nemmeno noi siamo contenti dei punti raccolti sin qui – sottolinea in conferenza stampa – però se analizzo il percorso di queste partite lo analizzo in chiave positiva. È capitato di soffrire per fasi di partita ma abbiamo fatto soffrire anche gli altri. Ci manca poco per vincere le partite, parlo di attenzione ai dettagli. Ci è mancato quel famoso centimetro per vincere le partite. Contro Catanzaro e Como abbiamo preso gol appena dopo essere passati in vantaggio e quello ha inciso, per esempio”.

E di gol, altro dato che il Bari 2023/24 è chiamato a migliorare. Sono sette sin qui a fronte dei 18 realizzati un anno fa dopo otto partite di campionato. Uno è di Diaw, che ha portato in vantaggio la squadra di Mignani domenica scorsa contro il Como prima dell’1-1 di Bellemo. “Spero che sia il primo di una serie, sono contento ma dispiaciuto di non aver vinto – ammette l’attaccante –  ho voglia di fare bene, dimostrare il mio lavoro, mettermi a disposizione della squadra”. A frenare l’impatto di Diaw in biancorosso è stato un problema muscolare accusato all’esordio contro il Palermo. Per rivederlo in campo sono serviti 37 giorni. “Non sono ancora al 100% perché sono stato fermo un mese ma sto lavorando per trovare la forma ottimale”. Magari in coppia con Nasti, coppia che sembra poter funzionare: “Secondo me siamo due attaccanti per certi versi simili – è la chiave di lettura di Diaw – a tutti e due piace correre, attaccare la profondità, dare una mano in fase difensiva. Marco è giovane ma è più maturo dei 20 anni che ha. In campo non sembra così giovane, tanto di cappello per la personalità che ci mette”.

 

Credit: Tess Lapedota

Attesa è stata la parola chiave nella prima fase dell’amore tra Diaw e il Bari. La trattativa per il suo arrivo dal Monza (prestito con obbligo di riscatto in caso di A) si è concretizzata a più di un mese dall’avvio. Nel mezzo c’è stato anche il prolungamento del contratto con il club lombardo. “Ho parlato con il mio procuratore ancora prima di partite in ritiro con il Monza – ricorda l’attaccane – mi aveva chiesto se Bari mi sarebbe piaciuta come opzione e avevo subito dato la piena disponibilità. Poi si era aperto uno spiraglio per restare a Monza a giocare in A e mi sono concentrato sul cercare di fare un buon ritiro. Le cose poi sono andate diversamente, il club ha fatto altre scelte e appena c’è stato il via libera delle parti sono arrivato in Puglia”.  C’è un’assente nella carriera di Diaw: è la Serie A. “Credo di poterci ancora arrivare – sorride – ad oggi mi è mancato qualcosa. Forse non sono abbastanza bravo per poterci stare ma non è una cosa che mi assilla. Fino ai 24 anni giocavo nei dilettanti quindi la carriera che ho fatto è comunque un motivo di orgoglio”.

 

Credit: Tess Lapedota

Il presente corrisponde con la trasferta di sabato sul campo della Reggiana. “Sono forti, organizzati e stanno facendo un buon percorso. Hanno fatto molto bene in alcune partite ma dobbiamo pensare a noi e a quello che stiamo facendo per limare errori e disattenzioni che magari ci hanno tolto qualcosa”. Nello specchietto retrovisore ci sono i fischi di fine partita dopo l’1-1 contro il Como: “Li accettiamo – è il pensiero dell’attaccante – la curva ci ha sostenuto dal primo minuto al 90’. Alla fine non erano contenti dell’ennesimo pareggio e ci sta. Posso garantire per il gruppo, i senior hanno accolto benissimo i nuovi. Ci hanno fatto capire cos’è il Bari, cosa hanno vissuto loro e come è impostato il gruppo. Dobbiamo solo cercare di migliorare quegli aspetti che ci possono poi portare a vincere”.

Luca Guerra

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