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Il calcio in famiglia, Polito e Sabatini nel destino: Bari, la promessa di Cangiano

A 21 anni sulla carta d’identità è già alla sua terza esperienza tra i pro, tutte in Serie B. Dopo Ascoli e Crotone, per Gianmarco Cangiano – radici a Napoli e un passato tra le giovanili della Roma e quelle del Bologna – è tempo di confrontarsi con un test chiamato Bari. Titolare in Coppa Italia a Verona, subentrante in campionato contro Parma e Palermo, l’esterno d’attacco che è paragonato a Raspadori (“Mi rende felice, anche lui come me è giovane e bravo. Ho più o meno le sue stesse caratteristiche. Spero di poter fare un giorno meglio di lui”) si è presentato in conferenza stampa dopo averlo fatto sul campo. “Questo per me è un anno importante – assicura – spero di fare il meglio possibile e sfruttare le occasioni che avrò. Cosa posso aggiungere a questo Bari? Diciamo che ho avuto già esperienze in B. Assicuro la voglia di mettermi in mostra e provare a fare la differenza”.

 

 

Cangiano e il passato: da Sabatini a Polito, l’importanza dei ds

A Bari lo ha voluto con forza Ciro Polito, che lo aveva già conosciuto nell’esperienza di Ascoli: “Devo ringraziare il ds Polito perché mi ha dato tanta fiducia – sottolinea Cangiano – già da gennaio mi aveva chiamato e mi aveva fatto capire il suo interesse. L’ho apprezzato tantissimo, ora è il momento giusto per ripagarlo. C’è feeling, sono contento di questo”. Un ruolo di primo piano nel percorso di Cangiano lo ha però avuto anche Walter Sabatini, ai tempi di Roma: “Di certo è stato importantissimo, mi ha voluto fortemente a Bologna e gli devo tanto: è una delle persone più interessanti che ho conosciuto nel mondo del calcio”.

Credits: Tess Lapedota


Il calcio e la famiglia: da papà Salvatore al fratello Riccardo

Il pallone è stato presente in ogni passo della vita di Gianmarco. Naturale, quando papà Salvatore, ex giocatore in C e D, allena, e suo fratello Riccardo, quattro anni più grande, gioca: “Sono nato a Napoli e ho seguito le orme di mio padre – riavvolge così il nastro dei ricordi – anche lui giocava a calcio in C e in D, poi è andato al Palestrina e per quello ci siamo trasferiti a Roma. Io ero molto piccolo: la Roma ha puntato su di me quando avevo 7-8 anni. Bruno Conti mi ha portato lì e ha avuto il via un percorso nel settore giovanile che mi ha fatto crescere molto. Poi sono arrivate le prime convocazioni in Serie A e in Primavera. Da lì è partito tutto. In quel momento la prima squadra era allenata da Eusebio Di Francesco, che mi faceva sempre allenare con loro e mi è stato molto di aiuto. Poi ho instaurato una forte amicizia con Daniele De Rossi, che mi ha fatto capire com’era l’ambiente. Anche mio fratello gioca a calcio, da piccolini giocavamo sempre insieme”.

 

 

“Anno importante, a Bari per mettermi in mostra”

Calmo davanti ai microfoni, elettrico in campo. Così Cangiano spera di impressionare Bari: “Questo per me è un anno importante, spero di fare il meglio possibile e sfruttare le occasioni che avrò. Cosa posso aggiungere a questo gruppo? Diciamo che ho avuto già esperienze in B. Assicuro la voglia di mettermi in mostra e provare a fare la differenza. Cerco sempre di seguire i più grandi e di imparare da loro, come Antenucci, Di Cesare, Terranova e Maiello. Sul ruolo sono più a mio agio da esterno a sinistra, sono cresciuto in quel ruolo. Non ho però problemi ad adattarmi e le scelte le prende l’allenatore”. E se dovesse arrivare un altro attaccante, sarebbe il benvenuto: “Ogni acquisto può essere importante, abbiamo dimostrato per ora che la squadra c’è e che di attaccanti bravi ce ne sono”. L’obiettivo personale è andare oltre il gol sin qui segnato tra i pro: Cangiano si trincera dietro un convenzionale “Spero di farne il più possibile”. Prima le parole, poi i fatti.

Luca Guerra

Nato un anno prima della caduta del Muro di Berlino, mi piace rompere gli schemi dell'informazione. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista pubblicista, scrivo quando e in ogni modo possibile: il sedile di un treno o il banco di un fast-food sono ottime scrivanie alternative. Il giornalismo la passione di una vita, il calcio come stella polare di questa passione.

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