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​Bari, Brienza senza filtri: “Avevo pensato anche di smettere, il mio pensiero è a Ischia”

La testa è alla prima di campionato, in programma lunedì sera al San Nicola contro il Cesena, ma la mente è rivolta alle tragiche ora che Ischia, la sua città natale, vive. Franco Brienza ha deciso di rompere il silenzio a sei mesi dalla sua ultima conferenza stampa, mettendosi alle spalle un periodo di rumors, meditazioni e scelte che avevano messo in discussione la prosecuzione del suo rapporto con il Bari e con il calcio giocato. “Dopo l’infortunio, ho lavorato duramente per tornare quello di prima, ma lo stimolo e la voglia di fare bene ci sono sempre state. Ho avuto risposte positive, che mi hanno dato la forza di andare avanti”. Eppure, come il vino, era migliorato invecchiando, risultando ancora decisivo a 38 anni suonati. L’infortunio patito l’1 aprile a Vercelli lo aveva messo fuori causa anticipatamente, risultando fatale per le ambizioni di playoff del Bari. “Abbiamo messo alle spalle la stagione-spiega-ho lavorato duramente per mettermi al pari con i compagni. Il mio silenzio? Parlare tantissimo non mi piace, preferisco esprimermi sul campo. Non so se vi sono mancato (ride, ndr)”. Eppure, il rischio di non vederlo più danzare sul suo mancino c’è stato: “Dopo un infortunio pesante come la rottura del crociato posteriore, a 38 anni, fai i conti con la carta d’identità: per fortuna non c’è stato bisogno di un intervento chirurgico e questo mi ha dato la spinta a ripartire. Lo dovevo a me, alla società e al Bari”.

La convalescenza è stata affrontata lontano dalla Puglia, prima del ritorno in biancorosso. Il cuore, in questi giorni, è però a Ischia: “Sono colpito da quello che è successo, sono venute a mancare due persone e per fortuna si sono salvati tanti bambini. E’ un momento triste per noi, la paura è stata tanta: sono convinto che tutto si sistemerà nel tempo. Sarà necessario avere pazienza”. Pazienza, la stessa che caratterizza Fabio Grosso in panchina: da ex compagni di squadra con la maglia del Palermo ad allenatore e calciatore. “Ho giocato con Di Francesco padre e figlio -racconta Brienza- ora mi allena Fabio. Forse sono datato io. Ha grandissima personalità, la squadra ha già un’impronta e non era semplice”. Riservati ma determinati, entrambi: “Siamo simili e Grosso ha vinto tanto, quindi probabilmente questo è un pregio” scherza il 38enne del Bari. Che in campo studia da centrocampista: “Il mister mi ha provato da mezzala e anche da regista davanti alla difesa: è fondamentale la disponibilità che ognuno mette sul campo”.

I gol segnati sono stati un cruccio nella scorsa stagione per il Bari. Gli arrivi di Nenè, Improta e Montini, uniti alle conferme di Floro Flores e Galano, rendono il reparto avanzato dei biancorossi una carta d’identità credibile. In attacco la concorrenza è tanta: “Sono arrivati tanti calciatori di qualifà che hanno fatto bene -ammette Brienza- e vedo che anche le altre squadre stanno realizzando dei colpi importanti in attacco. Io però resto dell’idea che i campionati si vincano con la difesa”. Palermo, Pescara, Empoli, Frosinone e Parma: la griglia delle avversarie di Brienza è già stilata. “Sarà un campionato molto difficile, ma noi dovremo lavorare per restare aggrappati il più possibile ai treni che passano. Abbiamo una squadra giovane e avremo entusiasmo dalla nostra”. Parola di Franco Brienza, aspirante bandiera che ha scelto di andare avanti per vincere l’ennesima sfida: “Sono quasi al termine della mia carriera e la mia idea è di dare il massimo perchè so che per me ogni anno può essere l’ultimo. Chiudere la carriera con la promozione? Sarebbe splendido”.

Luca Guerra

Nato un anno prima della caduta del Muro di Berlino, mi piace rompere gli schemi dell'informazione. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista pubblicista, scrivo quando e in ogni modo possibile: il sedile di un treno o il banco di un fast-food sono ottime scrivanie alternative. Il giornalismo la passione di una vita, il calcio come stella polare di questa passione.

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