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Bari, Bollino-gol nel segno di Brienza: “Un idolo, io ero un raccattapalle e lui in campo a Palermo”

Benvenuti a Bari, sede della cooperativa del gol. Nei 29 centri realizzati dal gruppo di Giovanni Cornacchini nelle 13 partite del girone I di serie D, sono ben 11 i marcatori andati a segno sin qui. Dimostrazione dell’ampiezza e della qualità dell’organico messo a disposizione dalla famiglia De Laurentiis. L’ultimo a salire sulla giostra del gol è stato Mauro Bollino, trequartista mancino arrivato in estate dalla Sicula Leonzio dopo una stagione chiusa in C con 10 reti e 5 assist: nel 4-0 alla Nocerina, la firma del poker è stata sua. Botta dai 20 metri, il portiere avversario Feola che rimane di sasso e una gioia liberatoria, a cancellare un mese e mezzo con soli 5 minuti giocati in sette partite: “Il gol mi mancava – è la gioia di Bollino – non segnavo dallo scorso campionato. E’ stato liberatorio. Lo dedico alla mia famiglia, i miei genitori e la mia compagna. Tornavo a casa un po’ nervoso quando giocavo poco. Devo ringraziare anche il mister che mi ha dato la possibilità di giocare. Non sono un centravanti, ma alla rete ci tengo”. Però qualcuno gli aveva pronosticato il gol: “Il nostro team manager Gianni Picaro – sorride lui – al momento dell’ingresso in campo mi aveva detto: Tra 10 minuti al massimo segni. L’ho fatto dopo 7. Per questo io e Roberto Floriano siamo corsi a dargli un bacio in fronte”.

In serie D, davanti ai biancorossi di Cornacchini (a bersaglio 29 volte, come la Turris) ci sono solo l’Adriese con 36 gol, Lecco a 33, Matelica a 32 e Picerno a 30 . Undici calciatori a rete, in un elenco guidato da Simeri e Floriano a quota cinque, Neglia a quattro, quindi Pozzebon a tre, Mattera, Di Cesare, Langella, Piovanello a due, D’Ignazio, Bolzoni e appunto Bollino ad uno. In elenco manca un “tale” Franco Brienza, che per Bollino è un idolo:Ero raccattapalle quando lui giocava a Palermo – spiega il 24enne – sono stato anche in prima squadra con lui, aggregato al ritiro. Si tratta di un calciatore fortissimo, non volevo dirglielo ma è il mio idolo. Lui lo sa”. E se la panchina l’ha accettata il numero 10, lo stesso tocca agli altri. Messaggio chiaro: “E’ ovvio che spero che in futuro ci sia più spazio anche per me. Non mi sento una seconda scelta. Voglio essere protagonista con questa maglia”. Nel futuro Bollino si vede solo a Bari: “Non c’è mai stato nessun caso, ci alleniamo sempre con la massima serenità – le parole di Bollino – il mister fa delle scelte ed è giusto così, io ho sempre continuato a lavorare. Conta solo una cosa: il fatto che siamo primi a sei punti sulla Turris”.

Contro la Nocerina Bollino ha trovato un’esultanza attesa dal 29 aprile, quando aveva segnato l’ultima rete in partite ufficiali con la Sicula Leonzio in serie C. “Nasco trequartista, ma sono pronto anche a muovermi sulla fascia o, come mi ha provato già Cornacchini, da centrocampista”. In attesa di trovare la giusta collocazione in campo, Bollino ha trovato il posto che gli piace, nonché un luogo dove continuare a esercitare la prima passione oltre il calcio, la pesca: “Bari mi ricorda Palermo, soprattutto nel centro. Mi piace la Puglia, non a caso è la quarta volta che ci gioco (in precedenza ha vestito le maglie di Fidelis Andria, Foggia e Taranto). Sto bene, mi vedo a lungo qui”.

Luca Guerra

Nato un anno prima della caduta del Muro di Berlino, mi piace rompere gli schemi dell'informazione. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista pubblicista, scrivo quando e in ogni modo possibile: il sedile di un treno o il banco di un fast-food sono ottime scrivanie alternative. Il giornalismo la passione di una vita, il calcio come stella polare di questa passione.

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