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Bari, la promessa di Bellomo: “Serie A? Ci proveremo fino alla fine”

Amma scì in Serie A?“. Dal barese all’italiano: “Riusciremo ad andare in Serie A?“. Questa è la domanda che Nicola Bellomo, figlio di Bari Vecchia tornato a casa dalla scorsa estate, si sente rivolgere ogni mattina quando si sveglia passeggiando per i vicoli del capoluogo pugliese. “E io rispondo che ci stiamo provando e ci proveremo fino alla fine – spiega il diretto interessato a GianlucaDiMarzio.comsiamo un gruppo bello, divertente, è una bella stagione e merita di finire nel migliore dei modi“.

 

Dalla città vecchia, dove è nato e cresciuto, allo stadio San Nicola ci sono in linea d’aria circa cinque chilometri. Quelli che separano Nicola da Bellomo. “Sono tornato a casa e il calore dei tifosi è fondamentale. Era il mio desiderio, si è avverato e sono contento di come è andata“, racconta commentando l’addio della scorsa estate alla Reggina. Trattativa che gli ha permesso di aprire il quarto capitolo in biancorosso: dall’esordio in B a 17 anni ai ritorni nel 2011 e nel 2015. Fino alla maturità: a 32 anni Nicola è padre, giocatore da 361 presenze tra i pro e centrocampista duttile. 

Bellomo e il ritorno: “Avrei lasciato la Reggina solo per Bari”

Al Bari 2022/23 ha apportato ulteriore senso di appartenenza: “Abbiamo un gruppo molto affiatato, con tanti giocatori che già si conoscevano. Inserirsi è stato molto facile e ci abbiamo messo del nostro anche noi ultimi arrivati. Si sono incastrate tante componenti. Poi ci sono tanti bei caratteri, per esempio Di Cesare è il pagliaccio dello spogliatoio – sorride – ho sempre detto che da Reggio Calabria non mi sarei mai mosso, era una seconda casa per me. Però quando chiama il Bari sei a casa tua, è l’unico posto che mi avrebbe fatto andare via da Reggio. L’avrei fatto solo per il Bari e così è stato”.

 

Parola di chi fa parte di una squadra che ha già abbondantemente raggiunto il primo obiettivo stagionale, la salvezza, e ora è quarta con 50 punti. “La sosta ci voleva, dopo un percorso lungo e con poche pause ci permette di prepararci al meglio a queste otto finali assicura Bellomo – abbiamo fatto un percorso importante, ora abbiamo superato il primo step ed è giusto alzare l’asticella per fare qualcosa in più”. La voce è quella di chi sa di essere nel pieno della maturità: “Prima ero molto più istintivo, quando diventi papà devi rappresentare un modello. La vita è basata sui tuoi figli e sulla tua famiglia, questo mi ha aiutato tanto a riflettere e contare fino a 10″.

Contare fino a 10: e che traffico sulla trequarti

Contare fino a 10. Lo spirito che, secondo Bellomo, deve accompagnare il Bari nel finale di stagione: “Siamo quarti a un punto dal terzo posto e -6 dalla promozione diretta, il nostro è stato un grande cammino – rimarca – sotto di noi ci sono squadre che hanno speso tanto. Te la puoi giocare ancora per ogni tipo di obiettivo quindi è giusto credere nel lavoro. Finché la matematica non ti condanna devi giocartela per i piazzamenti migliori. Ci crediamo“.

Crederci è anche lo spirito di chi ogni domenica deve sgomitare per un posto sulla trequarti biancorossa, dove c’è tanto traffico: si giocano un posto Bellomo, Botta, Folorunsho e all’occorrenza Benali e Benedetti.C’è tanta concorrenza e questo fa solo bene. Tiene tutti sul pezzo. Risultati e scelte lo dimostrano. Oggi ci ritroviamo in una posizione di classifica importante, significa che sta girando tutto al posto giusto”. E pazienza se la maglia da titolare è arrivata quattro volte da novembre ad oggi dopo un primo bimestre da detentore del posto fisso, o quasi: “Quando hai un gruppo con tanti giocatori di valore, è giusto che sia così. Tocca all’allenatore fare delle scelte e oggi la squadra è in alto, quindi sono state scelte corrette”.

 

“Il gol al Venezia un’emozione fortissima. Il Torino e la A? Ero troppo giovane”

Ci sono due gol nella stagione di Bellomo, entrambi segnati sotto la curva Nord. Quello contro il Venezia l’1 marzo ha regalato tre punti pesantissimi: “Sono emozioni molto forti, le avevo vissute già da giovane ma ora è tutto diverso. In questi anni ho sognato tante volte di tornare a Bari. E quando questo accade e ti capitano settimane del genere è il massimo che ti può succedere a questa età”. Diversa dai 22 anni, momento di uno storico gol su punizione in A all’Inter con il Torino:Fa parte dell’elenco dei ricordi indelebili, sono serate che non capitano tutti i giorni – sottolinea il numero 63 del Bari – ora però lo apprezzi ancora di più. Cosa non ripeterei del Bellomo giovane? Non ho particolari rimpianti, la vita è così. C’è un destino e le cose vanno come devono. In Serie A sono stato condizionato dagli infortuni ma i se e i ma vanno via con il vento”.

Anche se in questa stagione ci sono due partite che vorrebbe rigiocare: “Quelle con il Frosinone – ammette all’andata sono stato espulso dopo 21 minuti, il ritorno con 40mila tifosi non sono stato impiegato. Avrei dato tanto per giocarle e perchè potesse andare diversamente“.

 

A luglio Nicola si sposa. “Sogno la doppia festa, campo e nozze”

Testa al rush finale, dove il pubblico può rappresentare davvero l’attaccante in più. Al San Nicola c’è una media superiore ai 25mila spettatori a partita, eppure in casa sono arrivati 22 a fronte dei 28 in trasferta. “Forse a Bari le squadre ci aspettano di più. Finiamo con gli scontri diretti (Südtirol, Pisa, Genoa) fuori casa? Direi che è un punto di forza per noi”. Sognando un finale di stagione epico. In famiglia ha già fatto festa suo cugino Pietro Cianci, promosso in B con il Catanzaro (“Lo merita lui e lo merita la squadra, hanno dominato”) ma Bellomo alza l’asticella. Verso un’estate con fiori d’arancio assicurati: “Speriamo di festeggiare due volte. A luglio mi sposo, spero di esultare anche a giugno sul campo. Faremmo festa patronale. Ovviamente, con epicentro a Bari Vecchia.

Luca Guerra

Nato un anno prima della caduta del Muro di Berlino, mi piace rompere gli schemi dell'informazione. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista pubblicista, scrivo quando e in ogni modo possibile: il sedile di un treno o il banco di un fast-food sono ottime scrivanie alternative. Il giornalismo la passione di una vita, il calcio come stella polare di questa passione.

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