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Bari-Avellino, che sfida per Debora Novellino: zio in panchina da ‘avversario’, ma “che vinca il migliore”

19 anni, radici a Pulsàno (in provincia di Taranto) ma di stanza all’ombra di San Nicola da tre anni (“Qui sto bene”), “Javier Zanetti” come modello calcistico e una partita che non può esserle indifferente all’orizzonte: Bari-Avellino per Debora Novellino, professione difensore centrale in serie B con la maglia della Pink Bari, sarà soprattutto l’incrocio tra la squadra della città della quale difende i colori e nella quale vive da tre anni e la formazione allenata da suo zio. Walter, per tutti “Monzon”, in sella alla panchina dei lupi da due settimane e chiamato a dare una sterzata a una classifica che vede Ardemagni e compagni in penultima posizione. Il calcio è un affare di famiglia per Debora: zio centrocampista offensivo, suo padre Giuseppe attaccante con trascorsi a Empoli, Taranto e Jesi, coronati da un esordio in A con la Fiorentina. Esempi da seguire, ma non nel ruolo: “Già quando avevo 4 anni mi allenava mio padre nella scuola calcio di Pulsano-racconta Debora-e con lui mi seguiva mio fratello Walter (omonimo di suo zio, ndr): è stato lui a spingermi a giocare in difesa. E da allora non ho più cambiato ruolo”. I primi calci nel Real Pulsàno, dove ha giocato per 11 anni nelle formazioni miste. Raggiunta l’età massima per giocare con i maschi è passata al calcio a 5 femminile incrociando sua sorella Donatella.

Ruolo no, ma l’evoluzione c’è stata: “Mi muovevo da terzino, poi mi sono spostata al centro della difesa”. Il modello in biancorosso, però, resta in fascia: “Mi piace il modo di giocare di Sabelli”. Domani sarà sugli spalti, per “90 minuti più lunghi del solito” sorride. Vive un momento felice con la Pink, la Novellino: “Abbiamo un grande gruppo, qui non ci sono tante pressioni e quest’anno i risultati ci stanno premiando. La mia stagione? Per ora sono soddisfatta, ma tendo a non accontentarmi mai”. Il carattere, quello che la accomuna a zio Walter: “Mi dice che sono una tenace, che non molla mai, da sempre. Ce l’ho nel sangue”. Sanguigno lo è Novellino in panchina, ma “non a casa: parliamo poco di calcio quando siamo insieme, lui è uno che dà tanto per la famiglia”.

Il 2016 non è stato un anno qualunque per Debora, eletta ‘prima bellezza dell’anno’ al concorso di Miss Italia nella speciale categoria Miss 365. “Una bella esperienza, diversa ma al tempo stesso formativa-ricorda lei-sono stata eliminata alle prefinali di Miss Italia a Jesolo per un soffio, ma sono giorni che porterò nel cuore e mi hanno anche aiutato a capire quanti veri amici ho intorno”. Non ha portato a casa trofei, ma ha dato spettacolo al provino, sostenuto…palleggiando. “Le compagne di squadra mi hanno anche preso in giro per questo-ride-ma nessuna mi ha sfidato nei palleggi”. La tensione a Jesolo era “alta, ma mai quanto prima di una importante partita di calcio”. I suoi account sui social raccontano la vita di una teenager qualsiasi, divisa tra i banchi dell’istituto “Le Noci” di Bari, i selfie con le compagne di squadra e un sorriso predominante.Lo spirito da combattente è quello del rettangolo verde, mentre i sogni nel cassetto sono due: “Indossare la maglia della Nazionale e in futuro riuscire a condurre una trasmissione sportiva, mi piacerebbe. Troppo muscolosa per rappresentare il calcio femminile? No, questo è uno sport per donne alla pari di danza, piscina e pallavolo”. Domani sarà in tribuna, non da spettatrice qualunque: “Spero che Bari e Avellino raggiungano i loro obiettivi a fine stagione. Domani? Che vinca il migliore”.

Luca Guerra

Nato un anno prima della caduta del Muro di Berlino, mi piace rompere gli schemi dell'informazione. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista pubblicista, scrivo quando e in ogni modo possibile: il sedile di un treno o il banco di un fast-food sono ottime scrivanie alternative. Il giornalismo la passione di una vita, il calcio come stella polare di questa passione.

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