Sessantanove giorni. Trascorsi tra l’amarezza di un progetto avviato e non portato a termine, la sete di riscatto in una categoria che conosce come le sue tasche e i tanti “perché” senza risposta lasciati in eredità. Dieci settimane, che Gaetano Auteri ha trascorso in silenzio. Ansioso di riannodare quel filo spezzato il 7 febbraio: 0-1 al San Nicola contro la Viterbese, anticamera all’addio con il Bari. Il 20 aprile a Bari ci è tornato, riprendendo il suo posto in panchina.
La società lo ha chiamato per prendere il posto di Massimo Carrera. Troppo pochi, per la famiglia De Laurentiis, i 18 punti messi insieme in 12 partite dall’ex difensore biancorosso ed ex vice di Antonio Conte, alla prima esperienza da allenatore capo in Italia dopo quelle positive con Spartak Mosca e Aek Atene. Alla chiamata, Auteri ha risposto subito “presente” e non solo per quel contratto che lo lega al Bari fino a giugno 2022. Lo ha fatto per dimostrare con i fatti che il suo progetto poteva e può ambire a riportare il club biancorosso in una categoria che manca dal 2018. Ecco che Bari ritroverà.
Al momento dell’esonero a inizio febbraio, il Bari secondo a 42 punti (dopo 22 gare giocate) e +1 sull’Avellino terzo. Oggi Auteri ritrova una squadra quarta in classifica, sconfitta 4 volte negli ultimi due mesi, tante quanto era accaduto nell’esperienza con l’allenatore siciliano in panchina, quarta in classifica e con il timore di avviare gli spareggi promozione già il 12 maggio, nel secondo turno della fase a gironi. Il Bari che l’allenatore di Floridia ritrova è una squadra priva di certezze, come visto per 70 minuti anche nel 2-2 casalingo in rimonta di domenica scorsa contro il Palermo.
Auteri dovrà ridare coraggio e geometrie a una squadra che concluderà la regular season prima contro la Turris in trasferta e poi sfidando il Bisceglie in casa, ma dovrà farlo consapevole di un altro mini-torneo da giocare, quello dei playoff. Prima missione sarà ritrovare i gol di Mirco Antenucci, a segno una sola volta da febbraio ad oggi e 12 con Auteri in panchina. Le ultime apparizioni del lupo di Roccavivara sono state opache, in linea con una squadra che dopo aver messo insieme 10 punti nelle prime quattro partite della gestione Carrera non ha più trovato smalto e continuità, con 8 punti nelle successive 8 gare.
Dovrà restituire al Bari la sua filosofia, di vita più che di calcio, Auteri: confronto a viso aperto, alla pari, senza filtri o timori reverenziali. Conosce la squadra, perché è andato via quando il calciomercato era già concluso, ma avrà a disposizione: due frecce in più nell’arco: Pietro Cianci, arrivato a fine gennaio e avallato dall’allenatore ma mai a disposizione nelle tre gare che determinarono l’esonero, quelle che fruttarono un solo punto contro Teramo, Cavese e Viterbese, e il baby Giovanni Mercurio, al primo gol tra i pro domenica scorsa a 17 anni e 8 mesi.
E che ora chiede fiducia anche al nuovo allenatore, dopo averla ricevuta da Carrera: sulla carta, non un problema per chi in carriera ha lanciato nomi del calibro di Di Lorenzo, Lucioni, Bonifazi e Ciciretti. E di dare fiducia ai giovani non ha paura, ma a un patto: che non siano mai appagati e sempre affamati. Due baresi doc, da integrare nelle idee del 3-4-3 auteriano, che aveva fatto del tridente Marras-Antenucci-D’Ursi uno dei propri punti di forza.
Recuperare è un altro verbo che Auteri ha rinnovato nel suo vocabolario, a partire dalla prima seduta a porte chiuse al suo ritorno a Bari. Daniele Celiento, difensore goleador che ha avuto già alle sue dipendenze a Catanzaro, è l’identikit perfetto per questo concetto chiave: titolare fisso nel girone di andata, a causa di alcuni guai fisici si è perso nel 2021, quando è andato in campo solo tre volte. Discorso simile, ma sul piano psicologico più che fisico, per Mattia Maita e Carlo De Risio, pilastri con Auteri in Calabria e oggi smarriti nei marosi della mediana.
Anche e soprattutto su chi già conosce i suoi concetti l’allenatore punterà per riportare adrenalina. O libidine, parola che a Bari hanno imparato ad amare nei tempi di Conte e Ventura in panchina: è passato quasi un decennio e da allora la piazza è ansiosa di identificarsi in un leader alla guida. Ci hanno provato in tanti, da Nicola a Colantuono fino a Fabio Grosso e appunto Massimo Carrera, senza riuscirci in pieno.
La sfida è stata accettata. Il sogno si chiama serie B, per una scalata che la società della famiglia De Laurentiis avrebbe voluto avviare con Auteri già tre anni fa. Agosto 2018, la Filmauro aveva da poco rilevato le ceneri di un Bari scosso dal fallimento e dalla ripartenza dalla D. Tra i profili sondati per la panchina, l’allenatore siciliano era in cima alla lista.
Ci furono dei contatti ma senza andare oltre: un contratto con il Catanzaro e una stagione troppo vicina incisero sul “no” di Auteri e la dirigenza pugliese vira su Giovanni Cornacchini. Ma la porta era rimasta socchiusa, spalancandosi due anni dopo. Ah, nella bacheca dei trofei trovano posto cinque promozioni in carriera tra Serie D e serie C: Igea Virtus (2000), Gallipoli (2006), Siracusa (2009), Nocerina (2011) e Benevento (2016). Nell’ultimo decennio, ha conquistato salti di categoria ogni cinque anni. E siamo nel 2021…
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