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Bari, a tu per tu con Mario De Napoli: “Al mio ristorante i giocatori sono di casa. E Cassano l’ho lanciato io…”

Non deve essere difficile intuire cosa hanno in comune il Bari ed un locale che si chiama “Ai 2 ghiottoni”. E per capirlo ancora meglio basta scambiare due battute iniziali con il proprietario Mario De Napoli: “Pranzo o cena non fa differenza, qui i giocatori del Bari sono sempre a casa loro”. Detto questo, detto tutto. Il ristorante di Mario è nel pieno centro della città a due passi dalla zona pedonale ma allo stesso tempo è facilissimo trovare anche un parcheggio per l’auto: insomma perfetto per un calciatore, sia per i pasti ufficiali che per quelli di piacere. “Inutile dire che cambia molto per loro se sono a pranzo qui con la squadra o se vengono con famiglia e amici”. Ma il rapporto che si è creato negli anni tra ogni singolo giocatore e Mario è davvero incredibile.

“Una sera tornai a casa e mia moglie, prima ancora di salutarmi mi disse: ‘Sai, la moglie di Pietro Maiellaro ci ha chiesto di fargli da compari d’anello per il loro matrimonio’”. Un’amicizia nata e cresciuta a tavola, ovviamente, dove Mario e Pietro avevano quasi un rapporto di padre e figlio. “Lui era un grande bevitore di birra ma io non gli consentivo mai di berne più di una. Ci provava sempre a prenderne una extra ma io glielo impedivo, perché sapevo che gli avrebbe fatto male”. E poi Enrico Catuzzi, allenatore del Bari dall’86 all’88. “Il miglior giocatore di scopa che abbia mai conosciuto. A fine pranzo, quando non c’era allenamento nel pomeriggio, si fermava sempre a giocare a carte con me: briscola a due o a quattro e poi sempre scopa. Aveva l’abilità di leggere le 3 carte che avevi in mano: batterlo era praticamente impossibile”.

Episodi unici e assolutamente lontani da quello che può accadere oggi. “I tempi sono molto cambiati, oggi i giocatori e gli allenatori sono di un’altra pasta e c’è molta più diffidenza da parte loro nei nostri confronti”. Ma non per questo la passione di Mario è diminuita negli anni. “Sono tifoso del Bari da quando ero piccolo: mio padre andava allo stadio e ci portava con lui e così ci ha trasmesso la passione”. Una passione che ha saputo unire anche con la professione perché oltre ad essere il punto di riferimento per pranzo e cena della squadra, Mario De Napoli si occupa anche del catering allo stadio San Nicola. E quest’anno ha fatto una promessa a se stesso e alla società: “Se il Bari arriverà ai playoff promozione il catering allo stadio sarà a spese mie. Ovviamente è una cosa che faccio da tifoso perché spero nella promozione diretta così non dovrò neanche accollarmi questa spesa”.

A proposito del servizio allo stadio… “Si può dire che Antonio Cassano l’abbia lanciato io. In occasione dei mondiali di Italia ’90 ero già responsabile del catering al San Nicola, e poco prima della semifinale si ruppe l’ascensore. Preso dalla disperazione chiamai Antonio, che conoscevo perché giocava nei pulcini del Bari ed era già un fenomeno, che corse con degli amici per darmi una mano per trasportare su e giù piatti e stoviglie nello stadio”. Tra le tovaglie dei 2 Ghiottoni e per quelle cucine sono passati un po’ tutti quelli che hanno scritto le pagine più belle del Bari, senza dimenticare i momenti più difficili. “Dopo le sconfitte era impossibile guardare i giocatori in faccia anche perché praticamente non mangiavano nulla”. La fame però adesso è tornata, lo sa bene anche Mario De Napoli che è già pronto a ospitare la squadra per festeggiare: “E dopo aver fatto qui anche la festa di Natale direi che sia anche venuto il momento”.

Redazione

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