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La lezione di Pirlo, il vino e LeBron. Da Nicolò a Barella, 100 volte Inter

Manca poco e l’Inter farà visita all’Empoli per la 10a giornata del campionato di serie A. Per Nicolò Barella potrebbe essere la presenza numero 100 in tutte le competizioni con la maglia nerazzurra.

Nicolò ce l’ha fatta, ha realizzato il suo sogno. È diventato un calciatore importante. Il suo è un percorso da predestinato, iniziato 24 anni fa a Cagliari nella Scuola Calcio Gigi Riva, fucina di talenti creata dal leggendario attaccante.

La sfera è la sua passione: l’approccio è con il minibasket, ma la palla a spicchi non regalerà al piccolo Nicolò le emozioni che scoprirà poco più tardi con un pallone di calcio fra i piedi. È il Cagliari a regalargli la ribalta della serie A, la vetrina che dopo tre stagioni sarà il trampolino di lancio per la “Scala del calcio”.

 

“È arrivato il momento di crescere”

La chiamata è aulica, l’occasione unica perché arriva da un certo Antonio Conte. Questo non spaventa Nicolò, anzi, lo esalta perché come lui stesso confesserà è arrivato il momento “di crescere con uno dei migliori allenatori del mondo”. L’ascesa sarà implacabile: finale di Europa League il primo anno, scudetto il secondo e la vittoria di Euro 2020 a conferire un alone più letterario al percorso di Nicolò, il predestinato. Lui sempre lì, a tessere chilometri in campo, dispensando qualità per i compagni e Xanax per le squadre avversarie ogni qualvolta parte con la palla al piede.

 

Penso quindi gioco

La sua come fosse una missione: un moto perpetuo fra l’essere e l’esistere, una missione laica attraverso cui Nicolò si esalta trainando con sé il sogno di gloria di ogni tifoso interista. Fosforo ma anche imprevedibilità: “Penso quindi gioco”, la devozione per il professore Andrea Pirlo è totale, come lo stesso centrocampista scrive sui social: “Altro che scuola, questo ti insegna qualcosa per la vita 😉“.

  

 

La passione per i vini e LeBron

Estroso in campo, ma anche lontano dai riflettori di San Siro. Non solo calcio, nella vita di Nicolò c’è una passione viscerale per il vino. La sua cantina conta circa 500 etichette, fra vini, ovviamente, sardi e francesi. Poi c’è il basket, non sul parquet ma come tifoso: l’idolo è LeBron, così come ha chiamato il suo cane, un amistaff a cui il centrocampista è molto legato.

 

 

In campo come nella vita, parafrasando il grande Nereo Rocco. Estroso, imprevedibile, mai banale: così Nicolò Barella si è preso l’Inter tanto da essere considerato da molti “capitan futuro”.

L’attualità, però, ci porta al Castellani di Empoli. Per lui potrebbe essere la centesima volta con la maglia dell’Inter. Il ragazzo è cresciuto: Nicolò è diventato Barella, il predestinato.

Francesco Lupo

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