Sotto gli occhi di Mick Jagger, in un Clasico nel quale il Barcellona presentava sulla maglia lo stemma dei Rolling Stones, il Real Madrid risponde con il suo asso che, coincidenza vuole, sia omonimo di una delle canzoni più celebri dei Beatles: “Hey Jude!”. Con una doppietta storica, al primo Clasico della sua carriera, Bellingham decide una sfida già leggendaria nella storia di una sfida che leggendaria lo è per antonomasia. Il Real vince in rimonta e riconquista la vetta de La Liga.
Quello andato in scena sotto gli occhi dei 50mila accorsi a Montijuic è stato un Barcellona-Real Madrid intergenerazionale. Xavi manda in campo negli undici titolari Gavi (2004, ma ormai già veterano nello spogliatoio) e Fermin Lopez (2003), che nel primo tempo annulla il più anziano tra i giocatori di movimento, Kroos (33). La difficoltà del tedesco porta Ancelotti a cambiare, decidendo di mettere dentro Luka Modric, che a 38 anni e un mese diventa il giocatore blanco più vecchio a scendere in campo nel Clasìco.
Il croato diventa pittore del centrocampo, e cambia la tinta della partita, mettendo una mano (anzi due) di bianco a un primo tempo a tinte esclusivamente blaugrana. Xavi risponde così con un altro appuntamento con la storia: Lamine Yamal. Classe 2007, l’esterno diventa così il giocatore più giovane a scendere in campo nella sfida. Ventidue anni di differenza tra quest’ultimo a Modric. Una distanza maggiore dell’età di Bellingham, che a vent’anni decide la partita.
Prima un destro potentissimo da fuori area, che buca Ter Stegen e riporta in parità una sfida, aperta da un altro debuttante, Gundogan (secondo più anziano in campo al fischio d’inizio, rimanendo al discorso sull’intergenerazionalità), che dopo cinque minuti aveva portato avanti il Barça, quindi un appoggio a pochi passi, al secondo dei quattro minuti di recupero, che manda in estasi il Real Madrid, portando a sette il numero di Clasicos vinti da Ancelotti. Il Real riagguanta il GIrona in vetta a La Liga, Bellingham arriva già a quota dieci reti in campionato. L’inglese sembra aver seguito il consiglio dei Beatles: “Hey Jude, dont’make it bad. Take a sad song and make it better”. In questo caso, però, cambiando song con “match”. Jude ha preso una partita negativa e l’ha resa non better, ma storica.
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