Adeu, Don Andrés: il saluto al Barcellona è ormai realtà. O più semplicemente a reveure, arrivederci: perchè comunque vada in futuro, senza escludere possibili collaborazioni a livello dirigenziale, Iniesta è e resterà parte inimitabile e incancellabile di un mondo blaugrana (e più in generale del calcio) di cui ha fatto, eccome, la storia. 31 trofei, 8 volte campione di Spagna, 4 volte campione d’Europa e 3 volte campione del Mondo, con i successi con la Roja (due Europei ed un Mondiale) strettamente legati al suo straordinario percorso con il Barcellona: club nel quale il centrocampista è nato calcisticamente, sin dai tempi della Masia, fino ad arrivare al saluto odierno, 16 anni dopo quell’esordio in prima squadra (arrivato nel 2002, a quota 18) con Van Gaal nella trasferta di Bruges. Un enorme capitolo barcelonista pronto a concludersi tra 5 giornate, con la fine della Liga, come annunciato oggi da Iniesta stesso in conferenza stampa in lacrime:
“Questa conferenza è per rendere pubblica la decisione di vivere l’ultima stagione qui: è una decisione su cui ho riflettuto molto internamente, con me stesso, a livello familiare. Ho capito dopo 22 anni qui cosa significhi giocare in questa squadra, per me la migliore al mondo, ciò che significa essere capitano di questa squadra: volendo essere onesto con me stesso e con il mio club, la mia avventura qui finisce con questa stagione. Questo club che mi ha accolto a 12 anni merita il meglio da me, come fatto sinora, e capisco che nel prossimo futuro non potrò dare il meglio a livello fisico o mentale. Se avessi dovuto immaginare come conlcudere la mia avventura qui sarebbe stato così, nel miglior modo, con la capacità di vincere titoli e con sensazioni e impressioni positive”.
“E’ un giorno molto complicato per me, ho vissuto tutta la mia vita qui e dire addio alla mia casa è complicato: ma capisco che con il passare del tempo sia giusto così. Questa è la mia decisione, volevo renderla pubblica: volevo ringraziare il club e la Masia, ciò che sono come giocatore e persona è dovuto per grande parte a loro. Grazie ai miei compagni, a chi ha condiviso questi anni con me, chi mi ha reso migliore giorno dopo giorno. A tutti i tifosi, che mi hanno mostrato un affetto incredibile dentro e fuori dal contesto calcistico; ai miei genitori, a mia sorella: 22 anni fa siamo arrivati qui in macchina, e fu un giorno difficile separarsi dai miei genitori, oggi sono qui con me. E 22 anni dopo sono qui con le persone più belle che ho incontrato nella mia vita e che mi rendono felici ogni giorni, con mia moglie che mi ha regalato i tre tesori più importanti che abbiamo. Per finire, grazie a tutti i culé, che mi hanno visto crescere giorno dopo giorno, accompagnandomi nella buona e cattiva sorte. Ognuno di voi mi ha reso migliore a livello sportivo e personale. Tutto ciò che ho vissuto sino ad oggi è stato un sogno divenuto realtà, il giorno del debutto è stato il più significativo per me. Grazie a tutti voi”.
Sul Pallone d’Oro, mai vinto: “Non ho niente da dire a riguardo. Non avevo bisogno di vincere il Pallone d’Oro, mi è bastato esserci con Xavi e Messi. Vincere un Pallone d’Oro non mi avrebbe reso più felice, ciò che ho sempre voluto è stato l’affetto della gente”. Infine, sul futuro e non solo: “La vita va avanti, il Barcellona andrà avanti a vincere anche senza di me.
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