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Dani Alves: “Qui per riportare il Barca dove merita. Obiettivo Qatar 2022”

Dopo sei stagioni, Dani Alves è tornato al Camp Nou. 

Il 38enne ha firmato un contratto fino al termine della stagione e sarà a disposizione di Xavi a partire da gennaio. 

 

 

“Oggi non vinco una battaglia, vinco la guerra”

“Sto mantenendo una promessa che mi sono fatto. Oggi non vinco una battaglia. Oggi vinco la guerra. Mi mancano le parole, sarà brutale. Sono cambiato in tante cose, ma non in una: i tifosi del Barça vedranno l’anima e lo spirito. Se la mia prima versione gli è piaciuta, piacerà ancora di più la seconda. Io sono più maturo e ho lavorare sodo di più. La risposta si vedrà in campo. Onorerò questa maglia. Potrebbe essere l’ultima che indosserò. Ho un obiettivo molto chiaro: giocare il Mondiale 2022. Succedono cose speciali qui, al Barça, e ora voglio godermelo”, così l’ex Sao Paulo nella conferenza stampa di presentazione. 

 

“Voglio portare il Barcellona dove merita”

Al fianco del presidente Laporta, Dani Alves si è presentato sul manto erboso del Camp Nou in infradito: “Non potevo camminare su questo prato in altro modo se non a piedi nudi, perché qui sono diventato molto grande. Voglio portare il Barça in alto, che è dove merita di stare”.

Sulla presenza di Xavi in panchina: “E’ stata molta curiosa come situazione. Volevo tornare a giocare, ci sono state degli incontri, ma quando ho saputo che veniva Xavi, ho pensato che lui sapesse cosa fare e cosa posso ancora dare. Lì sono aumentate le mie possibilità. Mi ha chiamato chiedendomi se lo volessi aiutare. Allora gli ho risposto: “E’ il Barca, se il Barca ha bisogno di me, non voglio sapere altro”. Da quella chiamata mi sentivo già del Barcellona”.

 

 

L’ex Juventus e PSG indosserà la maglia numero 8 in omaggio a Iniesta e Stoichkov, e si è soffermato anche sulla polemica con Bartomeu: “Non sono qui per insegnare niente a nessuno. Sono qui per imparare da tutti. Come il Barça non c’è niente e l’ho detto alla squadra. Non sono rimasto qui e me ne sono pentito, anche se l’ho fatto perché non volevo vedere come trasformavano il club. Ho visto che le cose non andavano. Quando ero senza contratto, non volevano che rinnovassi finché non hanno visto che non avevano nessun altro. Mi sono solo messo in condizione di poter decidere quando partire. Loro non l’hanno accettato e io ho deciso di partire prima che mi buttassero fuori”.

 

Redazione

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