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Balotelli: “In una scala da 1 a 10 mi sono fermato a 5, ma arriverò a 10: diventerò Pallone d’Oro”

Personaggio a 360 gradi, nel bene e nel male. Di Mario Balotelli si sono dette e scritte tante cose. Dalla cresta, alla scarsa voglia di esultare dopo un gol, fino alla scritta “Why always me?” esposta durante la militanza nel Manchester City. Perché non farsi raccontare i fatti direttamente da lui? E’ ciò che ha pensato il Corriere della Sera e Mario non si è tirato indietro, concedendo una lunga intervista.

Non a tutti capita di finire sulla copertina del Time: “E pensare che nemmeno volevo farla, quell’intervista. Mi chiamò Raiola e io risposi: Mino io non so neanche chi siano questi del Time, non la voglio fare. Mi sgridò al telefono: ‘Tu sei pazzo, saresti il primo calciatore sulla loro copertina’. Solo con il tempo mi sono reso conto quello che ha significato realmente”. Obiettivi? Il “Balo” punta in alto: “In una scala da 0 a 10, io mi sono fermato a 5, ma piano piano al 10 ci arriverò. Perché ci voglio arrivare. Diventerò Pallone d’Oro. Anche se mi rendo conto di aver fatto due anni della mia carriera dove potevo avvicinarmi al 10 e invece sono rimasto a 5. Lo so, fa ridere, posso non aver fatto tutto l’indispensabile per essere il più forte, però l’importante è che l’ho capito e non è troppo tardi. Non voglio arrivare a fine carriera con il rimpianto di non aver fatto di tutto per diventarlo”.

Mario spiega perché scelse di scrivere “Why always me?” nella canottiera sotto la  maglia da gara: “Fu semplicemente uno scherzo. Alla fine, pur fra qualche eccesso, non penso di meritare tutte queste attenzioni, nel bene e nel male. Si è creato questo personaggio, non mi è permesso di fare niente in più e in meno. Non sono ipocrita: ci resto male quando finisco sui giornali se combino qualcosa, ma non mi piace nemmeno quando si esagera in positivo. Balotelli segna due gol? Un fenomeno. Vorrei essere solo un calciatore come gli altri, magari un po’ più bravo degli altri. Balotelli è il calciatore. Poi Mario è un’altra cosa. È più facile descrivere Balotelli che Mario. Balotelli è un personaggio creato dai giornali: quello che sorride o non sorride, fa una grande giocata, sbaglia un rigore, non esulta. E viene giudicato da quelli che lo guardano giocare. Mario è un ragazzo di 25 anni che non può avere una vita normale ma ci prova, passando il tempo con sua figlia quando è possibile, con gli amici, la famiglia, la PlayStation. Ai miei amici ogni tanto dico: quanto darei per fare una settimana io te e tu me. Basta che non mi crei casini…”.

 

Redazione

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