Una nuova missione da portare a termine, un’altra avventura a tinte rossoblu pronta a cominciare. Eccolo il Ballardini 3.0, con l’allenatore tornato ieri a Pegli per la seconda volta in carriera: il primo saluto ai tifosi, la firma sul contratto. Nuove vecchie emozioni, prima di rimettersi subito al lavoro per il Grifone. Questo pomeriggio il primo allenamento, pochi minuti fa dalla sala stampa del Signorini, invece, per Ballardini è stato il tempo di ri-presentarsi.
“Prima di tutto voglio fare un doveroso ringraziamento a Juric, che so con quanto affetto ha seguito la squadra. Abbiamo voluto voltare pagina affidando la direzione tecnica a Davide Ballardini che non dev’essere presentato, visto che lo conoscete benissimo, gli diamo solo un benvenuto con stima e affetto. – ad aprire la conferenza e il Dg Perinetti – Scelta Ballardini decisione unanime, lui l’unica persona alla quale abbiamo pensato: per qualità, spessore della persona e conoscenza della piazza. È qui per trovare la chiave d’accesso mentale per una squadra che i valori crediamo li abbia, crediamo che Ballardini sia la persona più adatta per questa specifica situazione. Cosa mi ha colpito del mister subito la disponibilità a tornare senza creare alcun problema di carattere contrattuale, ha pensato subito al bene del Genoa. Poi magari si potrà parlare in futuro con una situazione più tranquilla di altre cose, facendo magari discorsi che non sono stati fatti oggi, con la massima spontaneità. Il mercato? Avevamo pensato con Donatelli di fare un punto questa settimana cogliendo l’occasione della sosta per vedere di cosa c’è bisogno, lo faremo con Ballardini, dandogli il tempo di conoscere i giocatori, valutando la rosa e facendo le giuste valutazioni”
“Sono felice di essere di nuovo qui, conosco i giocatori e penso siano ragazzi interessanti: le difficoltà sono tante, ma c’è molta voglia e molto entusiasmo di lavorare con loro con la convinzione di sapere che si potrà fare un buon lavoro” le prime parole di Ballardini, che sulla sede rinnovata, i nuovi spazi e le prime sensazioni ha continuato. “Con piacere intanto ho notato che c’è il ristorante, così possiamo stare tutto il giorno assieme alla squadra: la struttura è meravigliosa, ci sono tante cose buone per lavorare bene. I problemi del Genoa? La mia idea di gioco è proporre una buona qualità di gioco e per farlo bisogna far giocare i giocatori che siano più vicino alla mia idea di gioco. Io credo che in questa rosa ci siano tanti aspetti buoni per poter fare un buon lavoro. Sono arrivato già altre volte con la squadra che non si era espressa al meglio, poi lavorando e conoscendoli meglio capisci che puoi svolgere un buon lavoro. Abbiamo a che fare con un gruppo di ragazzi seri, di qualità e grande voglia di dimostrare che non meritano questa posizione in classifica: però tutto questo va dimostrato, cosa che fino ad oggi non è accaduta. Se si salva il Genoa? Chi lo sa. È facile dire sii, io dico che il Genoa ha le caratteristiche per farlo. La qualità di questo Genoa rispetto ai mio Genoa del passato? Lo potrò dire tra un po’ di tempo, tanti giocatori li ho già allenati: ora la convinzione è che si possa fare un buon lavoro. Un lavoro da fare più sulla testa o più sulle gambe? Ma sono separabili le due cose? Testa, gambe e cuore non si possono separare: devi metterci tutto quello che hai per fare bene. Ho visto tutte le partite di questi ragazzi facendo le quattro di mattina e questi giocatori credo abbiano cuore e qualità per fare bene.
Sul modulo che utilizzerà l’allenatore. Difesa a quattro o 3-5-2? Una prima idea l’abbiamo già, capiremo sul campo se è percorribile o è giusto cambiare. Io credo sia pericolosa un’idea se è l’unica che si ha. Se ho avuto già modo di chiarirmi con Pandev e Rigoni? Ancora no, intanto non vedo l’ora di poterli usare entrambi. Nelle passate stagioni, essendo io uno che rispetta la parola data, avevo firmato un contratto dove mi si chiedeva di non usare Pandev perché aveva problemi di rinnovo di contratto e l’ho, nonostante fosse un giocatore fortissimo. Rigoni stesso discorso e difficoltà, ma sono due giocatori di valore assoluto e persone per bene: sono contento di averli e di averli al 100%. L’importanza dell’esperienza mia e del direttore e la tranquillità importanti per i risultati? Per me ci vogliono amore, passione, competenza e idee, poi ognuno porta il suo carattere. La tranquillità arriva dopo tante altre cose”.
Sulla questione contratto, chiamato ancora una volta a gara in corso e sono a fine stagione. “Necessita di lavorare per tempi più lunghi? La sensazione interiore è che intanto le stagioni fatte qua le abbiamo concluse e non è poco. Lavori finiti bene, la prima stagione il Genoa fece anche delle belle partite. Oggi il nostro pensiero è alla partita che avremo tra dieci giorni, il nostro interesse è fare bene questa stagione. Altri pensieri non esistono perché sappiamo bene che ci si deve concentrare su quello che si ha a breve. Quanto mi aiuta e mi responsabilizza il sostegno del pubblico? Il tifoso del Genoa mi conosce, sa come mi propongo e come lavoro. Magari hanno capito che sono stato bravo nel capire la difficoltà e risolverla, sarebbe ancora più bello magari partire dall’inizio e valutare il lavoro di un allenatore che è partito dal ritiro. I tifosi mi stimano e mi vogliono bene per quanto fatto nelle difficoltà, sarebbe bene per me giudicare un allenatore da inizio stagione, quando puoi capire se ha delle idee. Il fattore ambientale? – tra Derby perso e contestazione della tifoseria – Nell’ultima mia stagione il Genoa era penultimo, oggi la situazione è molto complicata, molto complicata, ma detto questo c’è in ognuno di noi la convinzione di poter fare un buon lavoro perché ci sono tutti gli ingredienti umani e tecnici per fare un buon lavoro”.
Dal gruppo ai singoli. “Quanto sanno importanti Bertolacci e Lapadula? Andrea iniziò a giocare con continuita al Genoa con me, lo conosco bene. Ha qualità importanti e deve solo fare bene quello che lui sa fare. Lui e lapadula sono ragazzi interessanti, possono come altri giocatori essere d’aiuto al Genoa. Mi aspetto molto da loro, ma da tutti: serviranno attenzione, ordine e fame”. L’ultima battuta di Ballardini è sul prossimo impegno della Nazionale Azzurra con la Svezia. “Nel mio Genoa Immobile e Granqvist? Noi quell’anno avevamo Borriello e non poteva giocare assieme ad Immobile, poi Marco fece tanti gol. Già allora Immobile aveva fatto vedere le due qualità. Granqvist era un giocatore con personalità, speriamo che si possano qualificare tutti e due.. ma non è possibile. Io sono italiano e tiferò Italia, come i miei figli, mia moglie svedese tiferà Svezia”.
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