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Bagnoli: “Contano i giocatori, non il modulo. Mi rivedo in Sarri. Var? Novità molto positiva”

Osvaldo Bagnoli è per tutti l’uomo dello Scudetto dell’Hellas Verona, una delle favole più belle della storia del calcio italiano. Oggi si racconta sulle pagine del Corriere dello Sport: “Vede il ginocchio? In ospedale hanno dovuto mettermi una placca per sistemarlo e così non posso più andare a giocare una volta alla settimana con gli Ex dell’Hellas: Fanna, Sacchetti e gli altri del gruppo. Sapesse quanto mi dispiace, ma non posso proprio farci niente. Sono passati trentadue anni, eppure, è incredibile quanto quell’impresa sia nella memoria e nel cuore della gente dell’Hellas. Nel 2015, c’è sta
to il trentennale: una festa mai vista. E, se vado in giro
per la città, incontro sempre tifosi che mi fermano, mi danno una pacca sulle spalle, chiedono una foto. Mi fanno stare bene. Soltanto con il passare del tempo, io e i miei giocatori abbiamo cominciato a renderci conto di ciò che abbiamo fatto. Oggi, le squadre sono diventate vere e proprie multinazionali; allora, gli stranieri in squadra erano due: Elkajer e Briegel, un danese e un tedesco. Eravamo un gruppo molto affiatato. La gente pensava avessimo chissà quali segreti: invece, andavamo così d’accordo che, in alcuni casi, non c’era nemmeno bisogno di parlarsi. Avevo 16-17 giocatori, oggi le rose sono molto più ampie”.

“Spesso ci capitava di pranzare con i grandi, con uno come Liedholm per intenderci. I miei amici? Marchioro, Bean, Radice, Trapattoni. Con Marchioro mi sento ancora spesso. L’ho avuto anche come allenatore, al Verbania. E’ da lui che ho imparato una regola fondamentale per chi vuol fare l’allenatore: non conta il modulo, contano i giocatori. E conta che a fare la squadra sia l’allenatore. Tocca solo e soltanto a lui. E’ per questo che, nella mia carriera, ci sono stati momenti in cui sono entrato in conflitto con qualche presidente. Per esempio, con Pellegrini: al primo anno, arrivammo secon di dietro al Milan; al secondo, quando mi esonerò eravamo quarti. L’Inter si salvò all’ultima giornata: vuol dire che tanto scarso non ero. Var? E’ una gran bella cosa la moviola in campo. La considero una novità molto positiva, un grande aiuto per gli arbitri. Ho notato che, dall’inizio del campionato, molti errori sono stati corretti grazie alla tecnologia e questo rende il calcio più giusto. Mi piace molto il gioco del Napoli di Sarri e il modo in cui lavora Sarri. E’ uno che si è fatto da solo. Uno come me”.

Redazione

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