Interviste e Storie

Il nuovo Gimenez “arriva” dall’Oriente: Ayase Ueda, il bomber che ha studiato e ammirato Eto’o

Ayase Ueda, Feyenoord

Il Feyenoord vola grazie ai gol di Ayase Ueda. L’attaccante è il capocannoniere dell’Eredivisie con 8 gol.

Classe ’98, non più un ragazzino, ma con la stessa fame della prima volta che ha calciato un pallone tra le strade della sua Mito, in Giappone. Questa è la storia di Ayase Ueda, attaccante del Feyenoord che sta conquistando il caloroso de Kuip a suon di gol. Un centravanti moderno capace di lavorare anche da falso nove. Partecipa alla manovra, è bravo nelle sponde e apre varchi per gli inserimenti dei centrocampisti. Tutte caratteristiche ideali per il calcio proposto da Robin Van Persie.

È cresciuto guardando papà Akira giocare a calcio, ma allo stesso tempo ammirando le gesta eroiche del Barcellona. Ueda, da bambino, era un tifoso dei blaugrana e ammirava Ronaldinho, ma era Eto’o quello che lo affascinava di più. Chissà, magari tra i tanti video che ha avuto modo di vedere dell’attaccante camerunese qualche segreto glielo avrà sicuramente rubato.

Rotterdam è arrivato nell’estate del 2023 dopo l’esperienza in Belgio con il Cercle Bruges, ma la sua carriera calcistica è iniziata nello Yoshidagaoka Soccer Sports Boys Club e nell’Hosei University in Giappone. Poi si è imposto nei Kashima Antlers, ex squadra di Zico con la quale aveva concluso la carriera da calciatore e iniziato quella da allenatore.

Il percorso con il Feyenoord, però, non è stato sempre facile. Ueda partiva spesso dalla panchina perché davanti a lui c’era Santiago Gimenez che anno dopo anno in Eredivisie si confermava come uno degli attaccanti più prolifici a livello europeo. La svolta arriva proprio dopo la cessione del messicano al Milan, con Ueda che si prese a tutti gli effetti il posto da titolare. Il giapponese brilla grazie agli insegnamenti di Van Persie e ha già realizzato il suo record di gol in una singola stagione di Eredivisie. In casa Feyenoord fino allo scorso gennaio c’era solamente El Bebote a incidere, ma adesso Ueda è al centro del progetto e sta realizzando gol decisivi. Il giapponese è l’ennesima dimostrazione di come a Rotterdam non abbiano fretta a coltivare il talento: i calciatori talentuosi si aspettano perché prima o poi arriverà il loro momento.

Robin van Persie, allenatore Feyenoord (Imago)

Ueda-Van Persie: la valorizzazione e l’importanza di Watanabe

Ma come ha fatto Van Persie a far esplodere Ueda così in fretta? Sicuramente ci sono le qualità del calciatore, ma dall’altro lato anche la capacità dell’olandese di metterlo in campo nelle migliori condizioni di agire. Al giapponese viene chiesto tanto movimento, creazione dello spazio e capire i tempi e le modalità su come far male alla difesa avversaria.

Ueda sta crescendo anche dal punto del sacrificio per la squadra: pressa alto, tiene palla, e si fa trovare in posizione utile per fare sponde e creare spazi. Van Persie ha spesso sottolineato l’importanza di aver fatto una preparazione fisica importante, ma un ruolo fondamentale l’ha ricoperto anche il suo connazionale Tsuyoshi Watanabe, arrivato questa estate dal Gent. Il difensore ha avuto un impatto importante su Ueda, non solo sul campo ma anche fuori. Un aspetto che ha sicuramente contribuito alla sua esplosione.

Da Ono a Miyaichi: i giapponesi nella storia del Feyenoord

Ueda e Watanabe non sono stati gli unici calciatori giapponesi ad aver indossato la maglia del Feyenoord. Tra il 2001 e il 2005 troviamo Shinji Ono, centrocampista dalle spiccate doti tecniche tra i protagonisti della vittoria della Coppa UEFA del 2002 contro il Borussia Dortmund.

Qualche anno dopo è toccato a Ryō Miyaichi, attaccante classe ’92 oggi in forza al Yokohama F·Marinos. L’Arsenal lo acquista 2011 senza mai concedergli la gioia dell’esordio, un traguardo che raggiungerà successivamente con il Feyenoord realizzando tre gol in una decina di presenze. Toccherà adesso a Watanabe e soprattutto Ueda far proseguire la tradizione giapponese a Rotterdam. Intanto sono già 8 i gol nelle prime 8 giornate di campionato per l’attaccante. I presupposti per fare bene ci sono tutti.

A cura di Gerardo Guariglia

Redazione

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