La festa promozione dell’Avellino si sposta dal Manlio Scopigno di Rieti, stadio dello spareggio contro il Lanusei, alle vie della città. In particolare nello spiazzale dello stadio Partenio-Lombardi.
È finito quell’incubo chiamato Serie D, iniziato formalmente lo scorso luglio. La squadra, ripartita dalla proprietà Sidigas di Gian Andrea De Cesare, non ha vissuto un campionato facile. La svolta della stagione con l’arrivo in panchina di Giovanni Bucaro. Cori, lacrime e fuochi d’artificio a fare da cornice al ritorno in Serie C. Dall’inferno al Purgatorio, l’Avellino muove il primo passo verso il paradiso.
Una gioia che ha emozionato anche i protagonisti: Carlo Musa e Giovanni Bucaro: "E' uno dei giorni più belli della mia vita – ha commentato l'allenatore – da gennaio in poi è scattato qualcosa che ci ha portato a dominare il campionato. E' stato un susseguirsi di emozioni belle. Ci abbiamo sempre creduto, anche quando eravamo a sette punti dalla vetta a cinque giornate dalla fine. Senza i tifosi non avremmo raggiunto l'obiettivo".
"E' stata una rincorsa incredibile, che abbiamo meritato non avendo mai mollato, anche quando tutti ci davano per spacciati – ha spiegato ai nostri microfoni il direttore sportivo Carlo Musa – ancora non mi rendo conto di quello che abbiamo fatto. Vedere un popolo in festa è spettacolare. Siamo riusciti a creare una sorte di magia interna, che ci ha portato a fare questa grande cavalcata"
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DI FRANCESCO FALZARANO
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