“Cerci! Cerci! Cerci!”. Sì, succede anche questo in un pomeriggio di calcio al Calderon. Succede che l’ingresso in campo di Cerci (al debutto stagionale in Liga) sia sommerso dagli applausi dei tifosi rojiblancos. Che lo aspettavano, eccome. Succede anche che dal 76’ alla fine l’Atletico si guadagni due rigori. Minuto 89 e minuto 90, più unico che raro. E succede, sì, che il Calderon all’unisono chieda che a calciare quei due rigori sia proprio lui, Alessio Cerci. Dieci partite ed un gol in due anni di Atletico: spiccioli. Sono tutti d’accordo al Calderon. Tutti… tranne uno. Simeone, che quei due rigori li fa calciare a Ferreira Carrasco e a Partey. Risultato? Sbagliati, entrambi.
Anzi, parati da Salvatore Sirigu, l’altro italiano nel pomeriggio al Calderon. Uno stadio che chiedeva il gol di Cerci, senza che il Cholo lo ascoltasse. Punito dal portiere dell’Osasuna che ha soltanto contenuto il passivo. Perché quei due rigori poco importavano alla fine: 3-0, comunque, per l’Atleti che sale a quota 65 in Liga. E la carezza di Simeone, per Cerci, arriva comunque in sala stampa (anche senza quei due rigori che il Calderon chiedeva calciasse): “Ha mostrato rispetto, lavoro e si è meritato di debuttare, visto che era uno dei pochi che ancora non l’aveva fatto”. Firmato Simeone. La prima coccola stagione a Cerci, col rumore degli applausi ancora nelle orecchie. Un nuovo inizio.
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