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Zaniolo e Retegui, aspettando Scamacca: un’Atalanta (ner)azzurra

Giovani di prospettiva, talenti italiani, giocatori che devono ancora raggiungere la piena maturazione. Il disegno è chiaro. Il nome è quello dell’Atalanta. Una filosofia che parte da lontano e modella la struttura e i progetti del club nerazzurro, dal settore giovanile alla prima squadra. Un’immagine ancor più nitida se si osserva l’evoluzione dell’attacco bergamasco. Gianluca Scamacca prima, Nicolò Zaniolo e Mateo Retegui poi. Dal 7 agosto 2023 al 7 agosto 2024, tutto in un anno. 

Tre prospetti la cui storia e le cui caratteristiche rispecchiano quel principi propri dell’essenza nerazzurra. Si ritroveranno insieme, una volta ancora, a distanza di pochi mesi. Storie, le loro, che per certi versi si assomigliano. In tutte c’è l’esigenza e la voglia di affermarsi o di riscatto. E in tutte c’è quella quella Nazionale in cui vogliono essere protagonisti. Scamacca e Retegui si sono divisi il posto da titolare all’Europeo, Zaniolo vuole tornare a vestire quella maglia: prospettive (ner)azzurre. Per l’Atalanta e per Spalletti. 

Dall’Europeo a Bergamo: Scamacca e Retegui di nuovo insieme

Il 7 agosto 2023 l’Atalanta ufficializzava l’acquisto di Gianluca Scamacca. Il 7 agosto 2024, un anno dopo, la chiusura per l’arrivo di Mateo Retegui. Nel mezzo una stagione da protagonista per l’ex West Ham, la vittoria dell’Europa League, un Europeo e un crociato rotto. Un infortunio che ha portato il club a puntare sull’attaccante ormai ex Genoa. Il numero 90 arrivò a Bergamo con la volontà di riscattarsi e trovare una piena maturità. E così è stato. Assoluto protagonista di una stagione storica. Non solo in termini di gol, ma, soprattutto, per prestazioni e crescita personale. Ora, lo aspetta un altro riscatto. Diverso da prima. L’Atalanta e la Nazionale lo aspettano. Nel frattempo a sostituirlo ci sarà Mateo Retegui. Un cambio, come quelli già visti nell’avventura azzurra in Germania. 
Un passo in più. Uno step in più. Dopo la prima volta in Italia con la maglia del Genoa, ora la prima volta in una big. I nerazzurri non hanno avuto dubbi, lui è il profilo ideale. 22 milioni più 3 di bonus le cifre dell’affare. Gasperini ha un nuovo talento da coltivare. 

Riscatto

Un nuovo talento da coltivare anzi, due. Il primo è già arrivato da qualche settimana. L’atmosfera nerazzurra Nicolò Zaniolo ha già iniziato a respirarla. Ne ha già toccato principi, metodi, valori. Come per Scamacca un anno fa, la volontà è quella di un riscatto. Un riscatto dopo stagioni difficili e discontinue. Nicolò Zaniolo a Roma aveva conosciuto prima l’esaltazione e l’amore incondizionato, poi le difficoltà per la fine di quella storia. Nel mezzo speranze e delusioni. Un addio direzione estero con poca fortuna. Questa estate è voluto tornare a casa, come aveva già fatto il suo amico Scamacca. Si aiuteranno a vicenda. Perché Nicolò dalle difficoltà di un crociato è già passato. Un nuovo punto in comune in una storia che li unisce da anni. La speranza è di costruire un nuovo grande. Lo sperano lui, l’Atalanta e Spalletti. E, forse, per il ct non c’era casa migliore a cui affidare la cura di personale e calcistica di talenti. 

I nerazzurri hanno tracciato un solco ben preciso. Qualità, prospettiva, crescita le coordinate. Quelle coordinate che modellano la filosofia dell’intero sistema atalantino. Luogo di ri-lancio e di futuro. Un futuro condiviso, quello del club e quello azzurro. La Nazionale passa anche da Bergamo. Zaniolo e Retegui nel presente, Scamacca pronto per tornare: prospettive preziose per l’Italia di Spalletti.

Nicolò Franceschin

Nato nel 1997 tra Milano, Como e Lecco. Laureato in Giurisprudenza, ma ai codici ho preferito una penna. Cresciuto con Maradona (il calcio), ma anche Ronaldinho e Sneijder. Il fascino del numero 10. Credo nella forza delle parole. Verità e narrazione. In giro in macchina per stadi, campi e strade alla ricerca di nuovi colori da scrivere, perché ognuno ha una sua sfumatura. Le note del telefono che si riempiono di storie, alcune il cui finale è ancora tutto da scrivere. Una di queste è la mia. Raccontare emozioni e dare voce a chi non ce l’ha.

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