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Atalanta, Gasperini: “Gomez il nostro CR7. Copenaghen, sarà tosta”

La sua Atalanta ha cominciato la nuova Serie A con una vittoria, cosa che da quelle parti non succedeva da molto tempo. Da troppo, sicuramente. Farlo con un Frosinone neo promosso e rinnovato per sette undicesimi rappresentava un’occasione troppo ghiotta. Risultato? 4-0 per i nerazzurri: “Abbiamo fatto un ottimo inizio di stagione, ma gli impegni sono veramente tanti – ha esordito così Gasperini a Sky Sport nel dopo partita – ci manca la cosa più importante, ovvero arrivare al girone di Europa league. Giovedì incontreremo una squadra che nel suo campionato è molto forte, che ha sempre fatto la Champions e che è in buona condizione. Un avversario organizzato, abituato a vincere e che ha aggiunto alla rosa giocatori importanti. Noi arriveremo motivati ma sarà dura. Serviranno due ottime partite, sono convinto che la qualificazione si deciderà a Copenaghen”

Servirà il miglior Gomez, dunque. Una versione simile, se non uguale, a quello di questa sera, autore di due gol e due assist: “E’ il nostro Cristiano Ronaldo – sorride Gasperini – quest’anno ha fatto una preparazione molto buona, si è presentato con grandi motivazioni e sta facendo cose incredibile. Anche l’anno scorso ha fatto bene, ma sotto porta non aveva la forza giusta ed è stato anche un po’ sfortunato. Se è stato difficile trattenerlo sul mercato? Ha avuto richieste importanti, ma la società è stata decisa fin da subito nel voler tenere certi giocatori. Quest’anno è impressionante”.

Poi una battuta sullo sfogo di una settimana fa legato al mercato: “Ho detto delle cose a mercato aperto, quando è chiuso non ho più niente da dire. Abbiamo tante partite, bisogna pensare solo a quelle”. Altro protagonista di serata il giovane Barrow, preferito a Zapata: “Ma possono coesistere – continua Gasperini – l’hanno già fatto in qualche partita in Europa. Per fare questo bisogna che Zapata soprattutto trovi la giusta condizione, ma giocare con questo caldo non è facile per nessuno”.

Chiosa finale su Ilicic, out per una brutta infezione: “Purtroppo è fuori da un mese buono, anche se siamo contenti perchè domani uscirà dall’ospedale. Ci vorrà qualche settimana per iniziare ad allenarsi dopo la brutta infezione, poi arriverà Rigoni anche se non può essere utilizzato per l’Europa League. A noi quello interessa e purtroppo lì non siamo così numerosi. Due anni fa siamo arrivati quarti con Gomez e Petagna e basta, ma contando su una difesa molto forte. Non è il numero degli attaccanti a fare la consistenza delle squadre, ma il gruppo”.

Frosinone, Longo: “Bisogna diventare squadra”

A fine partita si è fermato davanti ai microfoni di Sky Sport anche Moreno Longo, che la sua prima in A forse non se la ricorderà per tutta la vita. Il suo Frosinone si è sciolto con il passare dei minuti e torna da Bergamo con quattro reti incassate: “Abbiamo cambiato tanto rispetto alla scorsa stagione – spiega – e questo è un dato di fatto. 16 giocatori nuovi in rosa, 7 in campo solo oggi. Molti dei quali arrivati tardi, anche per colpa dei playoff ovviamente. L’Atalanta veniva da quattro partite, era il peggior avversario che ci potesse capitare. Ma ora non facciamo drammi, abbiamo solo bisogno di tempo. Ci vorranno allenamenti su allenamenti, ma la Serie A è questa”.

Serve correre, dunque: “Poi dopo la sosta saremo più avanti di così – rassicura – bisogna accelerare quel processo per cui si diventa squadra. Oggi è il gruppo che fa la differenza. Occorrerà lavorare meglio in fase di non possesso, 3 dei 4 gol arrivano su nostre uscite palla al piede. Finché abbiamo avuto lucidità abbiamo tenuto testa ad una squadra tra le prime cinque del campionato”.

Un Frosinone che, in alcuni frangenti, è sembrato troppo rinunciatario: “Ma sicuramente questo è stato merito dell’Atalanta – spiega Longo – che ha tenuto ritmi altissimi e che ci ha concesso poco. Non c’erano le condizioni per arrivare prima sulla palla e con il passare dei minuti ne siamo stati penalizzati. Se ho una squadra attrezzata per la salvezza? Ne siamo convintissimi, ci sono molti giocatori esperti. Ma non bastano, il calcio è un pensiero comune. Dobbiamo lavorare su un’identità di squadra”

Redazione

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