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Atalanta, una notte storica per sognare ancora

Al fischio finale di Atalanta-Dinamo Zagabria, subito lo sguardo al telefono: “Quanto fa lo Shakhtar Donetsk?”, ci si chiede a San Siro. Pareggia, ma c’è ancora qualche minuto di recupero da giocare sul campo del Manchester City. Attimi di attesa, poi la liberazione. “È finita, 1-1!”. L’Atalanta è ancora in corsa per gli ottavi di Champions League.

Merito di una prestazione esaltante contro la Dinamo, guidata dal genio e dalla fantasia di Papu Gomez, al di là del gol. Una partita da vero numero dieci, da vero capitano. Trascinatore. Ma non è l’unico a reclamare la copertina di una serata storica. C’è Muriel, che ha conquistato e realizzato il rigore nel primo tempo. C’è Pasalic, che nel ruolo di trequartista lotta in difesa, quando serve, ma sa diventare il primo a rilanciare l’azione dall’altra parte del campo. C’è Palomino, che non ne ha fatta passare una difesa. Ci sono de Roon, star sui social e non solo, e Freuler, guardie del centrocampo nerazzurro. Fondamentali anche questa sera, come gli esterni e la loro spinta, il loro pressing, che ha messo in grossa difficoltà il 3-5-2 di Bjelica.

Senza dimenticare il pubblico: erano 26mila questa sera a San Siro. Certo, non a centinaia di chilometri da casa, ma nemmeno dietro l’angolo. Oggi in sciopero per questioni che con il calcio c’entrano poco, ma l’esplosione dello stadio al fischio finale resterà nel cuore e nella mente di chi in meno di dieci anni si è trovato dalla Serie B alla Champions League.

E ora sogna, in grande. Perché vincendo in casa dello Shakhtar Donetsk – indubbiamente complicato, ma possibile – l’Atalanta può continuare a vivere le sue notti europee. Arrivando terza in caso di vittoria della Dinamo con il Manchester City.

Ma quella di questa sera resta una vittoria storica, a prescindere dalla posizione nel girone dopo gli ultimi novanta minuti. L’Atalanta in Champions League, ancora in corsa per entrare dalle migliori sedici d’Europa. Poco tempo fa sembrava fantascienza, oggi è semplice realtà.

Carlo Canavesi

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