L’esordio in Champions a 16 anni e l’etichetta di predestinato, con un futuro roseo davanti a sè. Le porte del Milan che si chiudono, l’esperienza al Benfica che lo tempra e, oggi, il ruolo da protagonista in questa splendida Atalanta. Bryan Cristante si prepara ad affrontare il suo passato, una partita speciale in cui si aspetta un regalo da scartare per continuare ad essere felice.
“Il sabato prima di Praga giocai con la Primavera, poi arrivò Dolcetti e mi disse ‘Vai a Milanello, c’è da preparare la gara di Champions’. Rifinitura e a casa, pensai io, invece mi ritrovai convocato e sull’aereo con tutti gli altri. Durante la partita poi, Mentana mi disse di scaldarmi, Ibra accanto a me mi tranquillizzò ‘Sarà facile, sereno’. Entrai e corsi a tutto campo, dove capitava, non volevo fermarmi mai”. Racconta così, alla Gazzetta dello Sport, il suo esordio Bryan Cristante che, in Europa, continua a starci con la sua Atalanta: “In questo club avverto una sensazione mai provata prima, cioè far parte di un progetto. Anzi, essere io un progetto, su cui lavorare a 360 gradi”. Il Milan non sta vivendo un grande momento, nonostante Gattuso le stia provando tutte per rilanciarlo: “A Gattuso posso solo dire grazie, ha sempre avuto belle parole per me, senza risparmiarmi cazziatoni utili per la mia crescita. Mi fa strano incontrarlo da allenatore avversario, ma è il bello del calcio”.
L’intervista completa all’interno della Gazzetta dello Sport in edicola oggi…
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