Dalla Danimarca all’Italia, passando per un’infelice esperienza in Inghilterra: Andreas Cornelius, 193 cm e 5 gol in meno di 700 minuti in stagione, è il bomber dell’Atalanta: “A Copenaghen giocavamo col 4-4-2, sgomitavo per raccogliere i cross e pensavo solo a far gol. Qui, è tutto diverso. Serve lavorare per la squadra e so che, quando imparerò a farlo, troverò più spazio. E pensare che la gente critica Petagna, che si fa un mazzo così!”. In Italia, insomma, Cornelius ha scoperto un calcio tutto nuovo: “Qui si lavora sempre duro, Gasperini è attentissimo alla tattica e ad ogni minimo dettaglio. Io, poi, a furia di affrontare Masiello, Caldara o Toloi, non posso che crescere…”, ha spiegato l’attaccante ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Andreas, come tutti i giocatori della Dea, sta vivendo un momento “Meraviglioso. Siamo in semifinale di Coppa Italia e i tifosi sono venuti ad accoglierci in piena notte all’aeroporto per festeggiare… pazzesco. In Europa abbiamo passato un girone tosto, tutto è possibile: dico che abbiamo il 10% di possibilità di riuscire a vincere il trofeo”. Ambizioso, “il Vichingo”. Che, a differenza di tanti suoi compagni nell’Atalanta, giocherà il Mondiale con la Danimarca: “Siamo nel girone con Francia, Perù e Australia: possiamo andare avanti, è il nostro obiettivo. Il nostro faro è Eriksen. A tratti scompare, poi si sveglia e ti aggiusta la partita. Un consiglio alla Juventus: contro il Tottenham, non si lascino distrarre da Kane…”
L’intervista completa su La Gazzetta dello Sport
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