La maglia nerazzurro una seconda pelle, tatuata nel corso di 30 anni di fedeltà assoluta. Tutto iniziò a 6 anni… E’ finita domenica, a 36, almeno per ciò che concerne il campo. E’ lo stesso Gianpaolo Bellini a descrivere le emozioni di Atalanta-Udinese: “Cosa mi è rimasto dentro? Tutto” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport – “L’ingresso in campo, la coreografia della curva, il momento del rigore: i tifosi che chiedono che sia io a batterlo, i compagni che mi obbligano a farlo…Canzone? E’ stata scritta sei anni fa, poteva andare diversamente, invece è ancora attuale. All’inizio ero tentato da un’altra esperienza, ma non ho mai forzato le cose. Poi dopo i 30 non ci ho più pensato anche perché è arrivato Percassi che mi ha dato fiducia offrendomi un contratto lungo. Non ho rimpianti e comunque non potrei averli dopo quello che è successo domenica”
Bellini si descrive: “Ho sempre parlato poco, anche con i compagni. Antidivo? Direi di sì, non la considero una cosa negativa. Non ho nessun tatuaggio ma adesso ci sto pensando: deve essere una cosa molto piccola. La testa mi ha permesso di arrivare al professionismo e di restarci, prima di qualche ragazzo del vivaio più dotato di me. Zampagna? In ogni ci squadra di dovrebbe essere uno Zampagna. In un gruppo si mischiano caratteri e personalità diverse. L’attaccante che fa l’acrobazia che fa venire giù lo stadio e quello che corre. Con un gruppo di soli Bellini non si va da nessuna parte”. Il difensore bergamasco spiega perché invitò il “Bocia” Galimberti al suo matrimonio: “Nessun imbarazzo, Claudio ha commesso errori, a volte gli ultrà sbagliano, ma fanno anche cose importanti per la squadra e la città che vanno riconosciute”.
Due sono le partite indimenticabili: “Coppa Italia, Atalanta-Roma del 2000: la prima volta in gol col mio amico Pinardi. E il 3-1 contro l’Inter di Mourinho. Il periodo da cancellare, invece, è la vicenda delle scommesse che ha coinvolto me nel 2008 e dalla quale sono uscito pulito. Futuro? Non so ancora, vorrei staccare completamente, lasciare il campo. Resterò comunque all’Atalanta, questo importa. Magari riprenderò a studiare Scienze motorie”.
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