Il Gambia si è qualificato per la prima volta alla Coppa d’Africa. Una vera impresa sportiva, per una delle nazioni più piccole del continente, circondata interamente dal Senegal (un po’ come San Marino con l’Italia) e che conta circa 2,3 milioni di abitanti (meno del Comune di Roma, per intenderci). Protagonista assoluto dei gironi di qualificazione è stato Assan Ceesay, attaccante classe ‘94 dello Zurigo, marcatore (anche) del gol decisivo per accedere alle fasi finali, contro l’Angola.
“Sono molto contento per quello che abbiamo fatto: tutto il Gambia è alle stelle per quest’impresa”, racconta Ceesay a GianlucaDiMarzio.com. “Dopo la partita abbiamo festeggiato per due giorni e anche la moglie del Presidente è venuta da noi a complimentarsi: ci ha detto che stiamo rendendo orgogliosa la nazione e che dobbiamo continuare così”.
Il prossimo anno, Assan e compagni potrebbero affrontare squadre forti e blasonate come, ad esempio, Senegal, Camerun e Algeria: “Giocare la Coppa d’Africa non sarà facile. Dovremo preparare molto bene le partite, essere positivi, rispettare l’avversario e mettere in campo tutto quello che abbiamo perché se noi vinciamo, vince tutto il Gambia. Non abbiamo nulla da perdere, e faremo di tutto per portare in alto la nostra bandiera, puntando sulla forza di un gruppo unito”.
Ceesay parla quattro lingue e al telefono si racconta in un ottimo italiano (conosce anche inglese, francese e un po’ di tedesco). In Italia, però, non ci ha mai giocato: “L’ho imparato in Svizzera, a Lugano e a Chiasso”. E poi, nello spogliatoio del Gambia, ogni tanto, si dice qualcosa in italiano: “Compagni come Barrow, Colley e Jallow mi parlano spesso della Serie A e della Serie B, di com’è il gioco e di quali sono i segreti per fare bene. Mi piacerebbe giocare in Italia, se ci sarà la possibilità”.
A dirla tutta, con la Serie A qualche contatto in passato c’è stato, anche se mai offerte ufficiali: “Prima della pandemia abbiamo raccolto vari interessi dall’Italia”, ci spiega il suo procuratore, Massimo Grillo (guarda caso… italiano). “Uno dei club con cui abbiamo parlato è stato il Sassuolo, che lo ha seguito da vicino. Poi, anche il Bologna ci aveva pensato, con l’idea di fare una coppia tutta gambiana con Barrow, non sapendo se Palacio sarebbe rimasto o meno”.
Ad Assan piace sognare, con il pallone tra i piedi. Lo fa ora, come anni fa: “In Africa, specialmente quando sei giovane, se la tua famiglia non può permettersi un paio di scarpini da calcio, giochi scalzo”. È capitato anche a lui: “Ricordo che un giorno dovevo giocare una partita con la Nazionale Under 17 e non avevo le scarpe per scendere in campo. Alla fine me le prestò un compagno, anche se erano più grandi della mia misura”.
Ottenuti quegli scarpini, Ceesay ha scritto una pagina di storia: sicuramente, uno dei ricordi che per sempre resterà impresso nella sua memoria è l’azione del gol che ha qualificato il Gambia. Una questione di attimi: “Quando mi sono ritrovato la palla tra i piedi, davanti alla porta, dopo la respinta del portiere, ho pensato solo a stare calmo e a fare la cosa più semplice: metterla dentro”.
“Dopo aver segnato, ho coronato un sogno di vita. Nessuno avrebbe scommesso sulla nostra qualificazione e, invece, ce l’abbiamo fatta, con una partita di anticipo. Ero emozionatissimo”. La gioia, poi, è stata doppia: “Sono anche diventato il miglior marcatore di tutti i tempi della Nazionale, con 9 gol (di cui 2 in amichevole) in 18 partite”. Per festeggiarlo, i tifosi gli hanno dedicato uno striscione al portale d’ingresso della capitale, Banjul (in foto sopra). Un gesto inaspettato e gradito, la perfetta conclusione della favola di Ceesay, l’eroe di Gambia.
A cura di Luca Bendoni
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