“Si sta così bene qui in Ascoli che è come se non fossi mai andato via”. Pensieri e parole di Marco Valentini, tornato in bianconero nel ruolo di direttore sportivo, dopo le esperienze delle stagioni 2008/2009 e 2011/2012. Dalla nomina, una ventina di giorni fa, al campo. Il feeling immediato con patron, allenatore e squadra. E quello, mai sopito, con la città…
In Ascoli non esiste sosta per le Nazionali. Qui il campionato non si ferma davvero mai. Nei bar o tra le vie del centro città, dalle parti del campo d’allenamento o in piazza: Ascoli, Ascoli e ancora Ascoli. L’amore non conosce pause. E così è, anche per Marco Valentini… “Di questi primi venti giorni cosa posso dirvi? Che sono contento, innamorato e dormo pochissimo. Penso all’Ascoli, solo all’Ascoli. Non ne puoi farne a meno, è il trasporto della città…”.
Una scintilla. Come nelle migliori trame dei film. Con tutti. In primis con se stesso… “Mi fa stare davvero bene essere il direttore sportivo dell’Ascoli…”. Lo si percepisce dalla voce, armoniosa ed entusiasta… “E’ nato tutto così in fretta… Con il patron Pulcinelli è scattata un’intesa immediata, ci siamo ‘fidanzati’ in cinque minuti. Un colpo di fulmine. Avevo davvero bisogno di una persona come lui per tornare a fare ciò che amo. E’ sempre carico di entusiasmo, ti trasmette positività, è un piacere stargli accanto. Voglio sdebitarmi con lui sul campo, nel solo modo che conosco, cioè lavorando a testa bassa dalla mattina alla sera”.
Un colpo di fulmine. Come quando incontri quella persona che andavi cercando da una vita. Al punto tale che in quel momento ti sembra di sognare ad occhi aperti. Al punto che… “Pres, per me i soldi non sono un problema. Io voglio e devo dimostrare, datemi voi ciò che ritenete io meriti…”. E’ andata così, davvero così. Anche con Andrea Sottil… “Cinque minuti per conoscerci e trovarci, su tutto. Siamo uguali, in spirito e determinazione…”.
Quella stessa che ha chiesto a Dionisi and friends prima della gara di Pisa, al momento della presentazione… “Due concetti semplici ho espresso ai ragazzi: il primo è che non voglio sentir parlare di calciomercato, anche perché si chiama ‘sessione di gennaio’ e siamo a novembre… Il secondo, il più importante, è che noi dobbiamo rendere fiero il nostro popolo, incarnandone sempre i valori: dna battagliero dal primo al novantesimo, avere il fuoco dentro, azzannare l’avversario, dare fino all’ultima goccia di sudore. Perché questo è il nostro popolo, questa è Ascoli. E se avremo fatto ciò, il risultato passerà quasi in secondo piano…”.
Lui il fuoco dentro ce l’ha sempre avuto. Inclinazione caratteriale… “e professionale, sennò non puoi fare questo mestiere…”. Ascoli il fuoco dentro ce l’ha, in ogni momento… “Ricordo da bambino quando venivo a vedere le partite qui con papà e nonno. La curva faceva venire la pelle d’oca, lo stadio era sempre pieno, era una guerra per trovare un biglietto alla domenica. Qui si vive il calcio come negli anni ’80, il calcio dei tifosi, il calcio della domenica. Ciò che vogliamo e dobbiamo fare noi…”.
Valori e valore. Perché il calcio in Ascoli è una roba seria. E’ una roba di sentimenti, è una roba d’amore…
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